Legge di stabilità, 27,3 miliardi per tre anni, le novità

Letta: “Niente tagli alla sanità. Meno tasse per imprese e famiglie”. Il provvedimento interessa cinque macro aree, le linee guida per il 2014

Cinque ore di Consiglio dei ministri per approvare la Legge di stabilità 2013 che, secondo quanto sottolineato in una nota di Palazzo Chigi, segna una “svolta nella programmazione economico-finanziaria degli ultimi anni, realizzando le due priorità di politica economica del governo: favorire la crescita e promuovere l’occupazione”. Presentando il quadro generale della– del valore di 27,3 miliardi per il triennio 2014-2016, di cui 11,6 per il 2014 – nel corso di una conferenza stampa in prima serata, il premier Enrico Letta ha sottolineato come non siano previsti “né tagli alla sanità né aumento della pressione fiscale sui cittadini e sulle imprese”. Anzi, il percorso lungo i tre anni, “porterà a una riduzione delle imposte”. La spending review, che verrà progressivamente implementata nel corso del 2014, potrà ulteriormente contribuire a individuare le razionalizzazioni della spesa con le quali finanziare ulteriore riduzione della pressione fiscale. L’investimento triennale della Legge di stabilità è così suddiviso:

– 14,6 miliardi nel triennio per sgravi fiscali (rispettivamente 9 per le famiglie e 5,6 per le imprese); i 3,7 miliardi del 2014 sono destinati per 2,5 miliardi alle famiglie (1,5 riguardano l’Irpef) e per 1,2 miliardi alle imprese;

– 11,2 miliardi nel triennio per azioni sociali, progetti di investimento, impegni internazionali, di cui 6,2 in conto capitale; per il 2014 si prevedono 6,4 miliardi;

– 1,5 miliardi per investimenti a livello locale e la restituzione di debiti commerciali di parte capitale.

“Questi interventi”, precisa la nota del governo, “sono stati programmati con soluzioni che consentono di rispettare l’impegno di contenere il deficit nell’ambito degli obiettivi comunitari e invertire la tendenza del debito pubblico. Infatti per le coperture degli interventi programmati nel 2014 che producono minore gettito o maggiori spese, vengono reperite risorse per 3,5 miliardi da tagli alle spesa, per 1,9 miliardi da interventi fiscali privi di effetti depressivi sull’economia, per 3,2 miliardi da dismissioni, rivalutazioni, cespiti e partecipazioni, trattamento perdite. La differenza tra il costo degli interventi e le risorse reperite a copertura degli stessi comporta il raggiungimento del deficit programmato (pari al 2,5% del PIL, superiore quindi di 0,2 punti percentuali rispetto al tendenziale registrato dal Documento di economia e finanza dell’aprile 2013). LE LINEE GUIDA PER IL 2014

Il Governo reputa che nel corso dei prossimi mesi il bilancio dello Stato potrà registrare ulteriori introiti che tuttavia non possono oggi essere quantificati e quindi contabilizzati. Provvedimenti per il rientro dall’estero di capitali italiani così come la rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia potranno generare nuovo gettito per le casse pubbliche da destinare agli obiettivi principali del Governo, tra i quali certamente la riduzione della pressione fiscale. La Legge di Stabilità va quindi ad interessare cinque macro aree. Di seguito un sintetico elenco dei principali interventi:

Il video della conferenza stampa

LA NUOVA SERVICE TAXCon la legge di Stabilità 2013 arriva il riordino del sistema di tassazione locale che pone l’Italia in linea con gli standard europei. Al posto di l’Imu e Tares si istituisce una tassa sui servizi municipali il cui gettito andrà interamente ai Comuni. La nuova Service Tax avrà due gambe:La tassa che serve a coprire i costi del servizio di raccolta rifiuti. È calcolata in base ai metri quadrati o alla quantità di rifiuti e la versa chi occupa l’immobile.La tassa sui servizi indivisibili offerti dai comuni. È calcolata sui metri quadrati o sul valore catastale ed è pagata dai proprietari.

IL COFINANZIAMENTO DEI FONDI STRUTTURALI EUROPEI 2014-2020La legge di Stabilità stanzia significative risorse per il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi europei e nazionali per le politiche di coesione territoriale, impegnando il governo a fare la propria parte per i prossimi anni in modo strutturato con il concorso di Ue e regioni. In particolare, si stanziano: – 24 miliardi di euro di quota di compartecipazione nazionale (che si aggiungono ai quasi 30 miliardi di fondi strutturali UE);- ulteriori 55 miliardi per il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (ex Fondo Fas), di cui l’80% in favore del Mezzogiorno.

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