Dalla moda alla finanza, tutti i legami fra Francia e Italia

Solo nel 2017 gli scambi commerciali fra i due Paesi hanno generato un giro d’affari da 76,6 miliardi

Come tutti i vicini di casa che si rispettino, fra loro non mancano tensioni e scaramucce. Nonostante ciò, i rapporti fra Francia e Italia sono molto stretti, tanto dal punto di vista politico tanto da quello economico. Specie negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2017 gli scambi commerciali fra i due Paesi hanno generato un giro d’affari da 76,6 miliardi. Per quanto riguarda gli investimenti diretti, i cugini d’Oltralpe sono fra gli attori più attivi nella nostra Penisola, con oltre 1.900 imprese controllate, per un totale di 250 mila dipendenti. Noi, invece, siamo gli ottavi investitori stranieri nelle imprese francesi. Quai d’Orsay ha compiuto un’analisi dettagliata delle relazioni fra i due confinanti, rivelando che la presenza francese nel nostro territorio è forte soprattutto nei servizi bancari e assicurativi. In effetti, i due più grandi gruppi bancari francesi, Bnp-Paribas e Credit Agricole, hanno un peso importante anche in Italia: i primi hanno acquistato, nel 2006, Bnl, l’ex Banca Nazionale del Lavoro e sono i proprietari di Findomestic, mentre i secondi, oltre a essere stati per lungo tempo fra i principali azionisti di Intesa, hanno anche comprato Cariparma, Friuladria e Carispezia e gestiscono Agos Ducato. Infine, non bisogna dimenticare che gli amministratori delegati di Generali e Unicredit sono francesi: rispettivamente, Philippe Donnet a Trieste e Jean Pierre Mustier a Milano.

Lusso ed energia sono settori in cui la Francia è molto attiva in Italia

La presenza francese in Italia riguarda anche il settore della moda e del lusso. Un esempio su tutti: il gruppo Lvmh guidato da Bernard Arnault controlla Bulgari, Fendi, Emilio Pucci, Loro Piana, Acqua di Parma, Cova, Cipriani a Venezia, Splendid a Portofino. Ma si potrebbe citare anche Kering (ex Ppr) di Francois-Henri Pinault, che ha fra le sue controllate Gucci, Bottega Veneta, Brioni, Richard Ginori, Brioni, Pomellato. E che dire della grande distribuzione? I marchi d’oltralpe Carrefour, Auchan, Decathlon, Leroy Merlin sono molto gettonati anche fra i consumatori italiani. E per quanto riguarda l’industria alimentare, la Francia domina il settore lattiero italiano: Galbani e Parmalat, infatti, sono controllate da Lactalis della famiglia Besnier, mentre la società Eridania dal colosso francese Cristal Union. Infine, nel comparto dell’energia, Edison fa capo alla francese Edf, e il secondo socio di Acea, con il 23,33%, è Engie (ex Suez-Gaz de France).

La presenza dell’Italia in Francia

L’Italia, dal canto suo, è meno attiva in Francia. Le imprese francesi che vedono la presenza di azionisti italiani sono poco più di un migliaio, per meno di 100 mila dipendenti. Generali vanta 7.500 dipendenti, Fiat 7 mila, Autogrill 3.500. Non bisogna dimenticare Campari, che controlla Grand Marnier, e Lavazza, ora proprietaria di Carte Noir. Negli ultimi tempi, spiccano le operazioni realizzate dall’imprenditore Leonardo Del Vecchio: prima la fusione fra Luxottica ed Essilor, che ha dato vita a un colosso che ha per primo azionista un italiano ma che per ora sarà quotato soltanto alla Borsa di Parigi, e poi la nascita di Covivio dalla fusione fra Beni Stabili e Fonciéres des Régiones. Infine, non dimentichiamo che Fincantieri ha acquisito i cantieri di Saint-Nazare, sebbene manchi ancora il via libera dell’Antitrust europeo, e che Atlantia detiene la quota di maggioranza (75%) del consorzio che ha acquistato il 60% dell’aeroporto di Nizza (il restante 25% è di Edf).

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