Le eccellenze made in Italy finiscono in una bustina di tè

L'aceto balsamico di Modena diventa British: Acetum, il principale marchio del mercato, è stato acquisito da Abf, conosciuta nel nostro Paese soprattutto per il brand Twinings. Ma sono 132 le acquisizioni estere dall'inizio del 2017

L’aceto balsamico di Modena finisce in una bustina di tè. Acetum, azienda leader nella produzione e nella distribuzione di questa eccellenza made in Itayly, è stata acquisita dalla Associated British Food. Il gruppo britannico, 13,4 miliardi di sterline di fatturato e 130 mila dipendenti in 50 Paesi, ha rilevato l’azienda dal fondo Clessidra, che ne aveva acquisito l’80% nel 2015. La quota rimanente era rimasta ai due soci fondatori, Cesare Mazzetti e Marco Bombarda, che rimarranno rispettivamente come presidente e direttore business dell’azienda da 103 milioni di euro di fatturato.

Il presidente Mazzetti garantisce che si tratta di «una conferma della grande attrattività delle aziende dotate di IGP nei confronti di gruppi internazionali» come Abf, una holding «che ha capacità di sviluppare imprese familiari e con cui non vedo l’ora di lavorare insieme in futuro». Per George Weston, Ceo di Associated British Foods che è presente in Italia con i marchi Twinings, Primark e AB Mauri Italy, «questa è un’occasione meravigliosa per diventare i custodi di un prodotto italiano con grande reputazione» e di promuovere «progetti di crescita ambiziosi in tutto il mondo».

L’ACETO BALSAMICO DI MODENA DIVENTA INGLESE

Cambia poco per quanto riguarda la produzione che deve rimanere in Italia per conservare l’Indicazione Geografica protetta (Igp) né nella conduzione, ma la proprietà di un’altra eccellenza made in Italy dell’agroalimentare finisce all’estero dopo Parmalat, Galbani,Invernizzi, Cademartori, Locatelli e Président (Lactalis); Buitoni e Sanpellegrino, Perugina, Motta, l’Antica Gelateria del Corso e la Valle degli Orti (Nestlé); birra Peroni (SabMiller); e Pernigotti (ai turchi di Toksoz).

ASSALTO AL MADE IN ITALY

Ma non solo, perché il primo semestre dell’anno ha visto un’altra ondata di acquisizioni di aziende italiane da parte di gruppi esteri. L’ultimo report di Kpmg, sono censite 132 operazioni “in ingresso” (cioè di acquisizioni di aziende italiane) per un controvalore di circa 9,7 miliardi di euro, in crescita di 3 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Pesano soprattutto la cessione da parte di Unicredit delle partecipazioni in Bank Pekao alla polacca Powszechny Zaklad Ubezpieczen e di Pioneer Investments alla francese Amundi (5,9 miliardi il totale delle due operazioni).

Lo shopping tricolore all’estero totalizza la metà delle operazioni (75) a fronte di un valore inferiore a un terzo: 3 miliardi di euro. La più importante è l’acquisizione della brasiliana Celg Distribuiçao da parte di Enel in Sudamerica (665)milioni di euro).

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