La metà dei documenti in uso nelle aziende vive ancora su supporto cartaceo: a dirlo è Idc che denuncia come ogni lavoratore perda mediamente tre ore alla settimana in attività legate alla gestione di questo tipo di documentazione. Intervenire sui processi documentali è quindi ancora oggi uno degli imperativi per molte imprese, pubbliche e private, ancora in ritardo nel processo di digitalizzazione. Non è solo un obbligo previsto per legge nella Pa, ma soprattutto un’occasione da non perdere per abbattere i costi e aumentare la produttività. Anche perché il modello cartaceo è incompatibile con il crescente fenomeno dello smartworking con il 51% dei lavoratori italiani già “mobile”, percentuale che salirà al 55% nel 2015 e al 73% nel 2018.
Ecco perché, stando ad Idc, il mercato del paper-to-digital document management sta crescendo a dismisura e per la prima volta ha superato il miliardo di euro in Europa occidentale lo scorso anno e si appresta a toccare i 1.100 milioni di euro entro dicembre. Per fare un paragone, nel triennio 2010-2012 questo mercato era cresciuto sul 6% annuo, mentre solo nel 2014 ha toccato il +8,4%. Il tema sarà oggetto il 10 giugno prossimo a Roma del convegno Going DIP: document, information & process management per l’impresa digitale.
«L’innovazione dei processi documentali e informativi ancora a forte carattere tradizionale non è soltanto uno dei fronti aperti nel quadro della trasformazione che viviamo: uno sguardo più inclusivo e strategico a questa sfera può dare impulso e raccordare molteplici priorità, che vanno dal lancio di nuove offerte digitali all’evoluzione della qualità di soluzioni e servizi It per il business», parola di Fabio Rizzotto, Research and Consulting Senior Director di Idc Italia.
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