La crisi continua a tagliare la spesa sanitaria

In controtendenza con la media Ocse, in Italia i costi complessivi del settore sanitario scendono al 9,1% del Pil. Ma il 77% è ancora finanziato da fonti pubbliche

Tagliare tutto quello che si può tagliare. È quanto sta succedendo in Italia a causa della crisi. Diversi i comparti ai quali la regola si è applicata. Come quello sanitario. Il nostro Paese è infatti uno dei pochi dell’area Ocse dove la spesa sanitaria risulta essere ancora in calo. In base alle statistiche preliminari, la spesa complessiva per la sanità in Italia è calata nel 2013 del 3%, come nel 2012, dopo essere diminuita dell’1,3% nel 2011. Tagli che fanno sì che i costi complessivi del settore sanitario siano scesi fino al 9,1% del Pil nel 2013, mentre si attestavano al 9,2% e al 9,4% nei due anni precedenti.

Dati questi in controtendenza con quanto avviene negli altri Paese Ocse (fa eccezione solo la Grecia dove tra il 2009 e il 2012 il crollo è stato del 25%) dove la media nel 2012 si è attestata al 9,3% dopo il 9,2% segnato nel 2011. Lontani gli altri Paesi europei, con la Francia che spende in sanità l’11,6% del Pil e la Germania l’11,3%.

Nel nostro Paese la spesa pro capite ammontava nel 2012 a 3.209 dollari contro i 2.030 del 2000, a fronte di medie Ocse di 3.484 e 1.888 dollari. Da segnalare come nel nostro Paese il 77% della spesa complessiva sia finanziata da fonti pubbliche contro una media Ocse del 72%.

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