Jet Hr ci crede davvero: la burocrazia non è invincibile. E i numeri iniziano a darle ragione. Da soli due anni sul mercato, la startup fondata da Marco Ogliengo e Francesco Scalambrino mette a segno un round da 25 milioni di euro con il fondo americano Base10. È la prima operazione italiana per il venture capital californiano, ma anche molto più di questo: è un segnale che qualcosa si muove nel modo in cui le imprese italiane vogliono affrontare la complessità amministrativa.
Jet Hr: una promessa da 41 milioni
La raccolta complessiva di Jet Hr sale così a 41,7 milioni di euro. I capitali arrivano in un momento di forte espansione: il team è già arrivato a 110 persone, i clienti sono 700 e i ricavi annui ricorrenti sono cresciuti di sei volte nel 2024. La roadmap è ambiziosa: raddoppiare i clienti in sei mesi, il team in diciotto. Il nuovo round servirà a sviluppare oltre 10 moduli per semplificare ancora di più la gestione delle risorse umane.
Alcuni esempi? Un sistema per i collaboratori esterni, uno per i turni complessi, un altro per registrare timbrature da smartphone. A questi si affianca Jet Studio, pensato per i consulenti del lavoro.
Il nuovo round è guidato da Adeyemi Ajao, fondatore di Base10 e nuovo membro del Cda di Jet HR. Ajao non è un nome qualsiasi: ha lanciato e venduto startup come Tuenti e Identified, e ha investito in scale-up globali come Stripe e Nubank.
Leggi anche:
Il sistema operativo delle Pmi
Jet Hr non vuole essere solo una piattaforma per pagare stipendi o firmare contratti. Vuole diventare il sistema operativo del lavoro nelle Pmi italiane. Un hub che semplifica, automatizza e, soprattutto, fa risparmiare tempo. La strategia è chiara: intercettare un bisogno reale — la lotta quotidiana alla burocrazia — e trasformarlo in un vantaggio competitivo.
© Riproduzione riservata