Istat, il potere d’acquisto sale per la prima volta in otto anni

Resta invariata la propensione al risparmio per le famiglie italiane. In calo la quota di profitto di profitto delle imprese

Cresce il potere d’acquisto delle famiglie italiane, diminuisce, invece, la quota di profitto delle imprese nel nostro Paese. È questo il quadro tracciato dall’Istat nel suo report Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società che evidenzia come il potere d’acquisto in Italia torni a registrare un segno più – +0,8% – per la prima volta in otto anni (non accadeva dal 2007). Il dato, però, è condizionato dalla deflazione: i prezzi in calo rendono più accessibili beni e servizi.

La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici nel 2015 è risultata pari all’8,3%, invariata rispetto al 2014. Il tasso di investimento, invece, cioè il rapporto tra investimenti fissi lordi – acquisti di abitazioni – e reddito disponibile lordo, è rimasto stabile, rispetto al 2014, al 6,2%. La spesa per consumi è salita ancora, registrando un aumento dell’1% nel 2015 (era +0,8% nel 2014).

MENO PROFITTO PER LE IMPRESE. Nel 2015, rileva l’Istat, la quota di profitto delle società non finanziarie è stata del 40,6%, inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto al 2014. Nel quarto trimestre del 2015 tale quota è risultata pari al 40,5%, in diminuzione dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e invariata rispetto al corrispondente trimestre del 2014. Il tasso di investimento delle società non finanziarie è sceso nel 2015 al 18,4%, con una riduzione dello 0,3% rispetto al 2014. Nell’ultimo trimestre del 2015 è stato pari al 18,3%, risultando invariato rispetto al trimestre precedente ma in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al quarto trimestre del 2014.

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