Investimenti, l’Italia continua ad attirare capitali esteri. Ma…

Se vogliamo mantenere il nostro appeal dobbiamo lavorare sulla burocrazia lenta, le norme incerte e il cuneo fiscale

Criticità e punti a sfavore non mancano. Eppure, l’Italia continua a risultare una meta attrattiva per gli investitori stranieri. La buona notizia arriva dal tavolo organizzato da British American Tobacco a Roma, durante il quale politici, imprenditori e ricercatori hanno fatto il punto sulle attuali condizioni di attrattività del sistema Italia per chi vuole investire da Paesi esteri. Gli incentivi fiscali, specie nel settore digitale, l’enorme patrimonio produttivo e culturale, la leadership in alcuni campi, come nell’agroalimentare, la qualità dei beni Made in Italy sono alcune delle leve su cui possiamo puntare per continuare a richiamare i capitali esteri. La burocrazia lenta e farraginosa, la tassazione sul lavoro, un sistema normativo incerto e non del tutto vantaggioso sono, invece, le principali debolezze su cui dobbiamo lavorare per continuare ad avere appeal agli occhi delle aziende estere. <A livello globale ci troviamo in una fase foriera di cambiamenti. È in corso un rallentamento del flusso degli investimenti globali, con una sorta di “ri-regionalizzazione” degli investimenti> ha commentato il vicedirettore dell’area affari internazionali e politica commerciale di Confindustria Marco Felisati. <Quello che dobbiamo fare noi in Italia- ha aggiunto – è fidelizzare gli investitori, per far in modo che non scappino, senza dimenticare che un paese deve sempre essere attrattivo per nuovi imprenditori. Importante è attrarre gli investimenti nei settori più innovativi, perché va detto che non tutti gli investimenti sono necessariamente positivi>.

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