Boom delle imprese familiari: +8,1% negli ultimi dieci anni

Alimentari e bevande, meccanica e chimico-farmaceutica i settori più in salute. Unica nota dolente il tasso di crescita dei ricavi

Le imprese controllate e gestite da famiglie continuano a essere uno “zoccolo duro” dell’economia italiana. E oggi sono più in salute che mai. La conferma arriva dalla decima edizione dell’Osservatorio AUB (AIDAF-UniCredit-Università Bocconi), che mette a confronto la situazione del capitalismo familiare di dieci anni fa con quella odierna, sulla base di diversi dati, fra cui quelli forniti da Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi. Ebbene, se nel 2008 le aziende familiari con fatturato superiore ai 50 milioni di euro erano 4.251, a distanza di dieci anni sono cresciute dell’8,1%, raggiungendo quota 4.597. Non solo: allora impiegavano 1.471.674 persone, mentre ora i dipendenti sono saliti a 1.885.771. E, ancora, la loro incidenza sul fatturato totale delle imprese delle loro dimensioni è passata dal 32,5% al 37,5%. Insomma, nonostante questi siano stati anni duri, permeati dalla crisi, il capitalismo familiare non solo è riuscito a resistere, ma si è addirittura rafforzato. “L’85% delle piccole e medie imprese italiane sono familiari. In Europa rappresentano la spina dorsale dell’economia europea, il 60% del valore aggiunto e il 70% dell’occupazione. Si adattano più facilmente ai cambiamenti del mercato. Hanno maggiore creatività e flessibilità” ha commentato Jean Pierre Mustier, amministratore delegato di UniCredit.

I settori più in salute nelle imprese familiari

L’unica nota dolente riguarda il tasso di crescita dei ricavi, che è passato dal 9,3% al 6,5%. Nonostante il calo, rimane comunque superiore a quello delle aziende non familiari, che nello stesso periodo è sceso dal 7,9% al 5,5%. Inoltre, c’è da segnalare il recupero della redditività pre-crisi e l’incremento della solidità delle aziende familiari: Il ROI (ritorno sugli investimenti) è passato dal 9,5% al 9,6% e il ROE (indice sulla redditività del capitale proprio) dal 9,6% al 13,6%. Non solo: il rapporto tra posizione finanziaria netta ed Ebitda è sceso da 5,5 a 5 (e minore è il rapporto e maggiore è la capacità delle imprese di produrre ricchezza) e il rapporto di indebitamento da 6,5 a 5.I settori che si sono rafforzati di più in questi anni nell’ambito delle aziende familiari? Alimentari e bevande, meccanica, chimico-farmaceutica.

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