Fallimenti senza sosta, già 3.000 nel primo trimestre 2012

In un anno il numero di imprese che ha aperto la procedura fallimentare è cresciuto del 4,2%, un’impennata che non si arresta da quattro anni

Continua così dall’aprile 2008, di anno in anno il numero di procedure fallimentari è cresciuto senza sosta e sembra non fermarsi. Nei primi tre mesi del 2012, infatti, i fallimenti sono già 3.000, il 4,2% in più rispetto al periodo gennaio/marzo 2011. L’unica nota positiva dall’ultima analisi del Cerved (scaricabile qui) arriva dai dati destagionalizzati: tra gli ultimi tre mesi del 2011 e i primi tre del nuovo anno, il numero di fallimenti corretto per i fenomeni di stagionalità e di calendario risulta in calo dell’1,1%, tenendosi comunque a livelli ben più elevati rispetto a quelli pre‐crisi.

BOOM DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI. A trainare il fenomeno dei fallimenti sono le società di capitali (+7,3%), mentre le procedure aperte da società di persone o da altre forme giuridiche risultano in calo (rispettivamente, ‐2,9% e ‐4%). Aumentano i default soprattutto tra le aziende non in grado di depositare un bilancio valido tre anni prima della procedura (+13,2%) e tra le piccole imprese con un attivo di bilancio compreso tra 2 e 10 milioni di euro (+9,9%). Continuano ad aumentare, anche se a ritmi inferiori, le procedure tra le microimprese con un attivo inferiore di 2 milioni di euro (+2,5%) e tra le medie aziende con attivo compreso tra 10 e 50 milioni di euro (+5,6%). Meno diffusi i fallimenti tra le imprese maggiori (meno di dieci nel primo trimestre tra le società con oltre 50 milioni di euro di fatturato), per cui si registra un calo del 43% rispetto allo stesso periodo del 2011.

I SETTORI. A livello settoriale rimangono invariate le tendenze dello scorso anno: continua a ritmi intensi l’aumento dei fallimenti nell’edilizia (+8,4%), crescono anche i default nel terziario (+4,1%) che risente degli incrementi osservati nella filiera informazione, comunicazione e intrattenimento, nella logistica‐trasporti e tra le società immobiliari. Segnali positivi dall’industria, nonostante resti il comparto caratterizzato dalla maggiore diffusione dei fallimenti: i default sono in calo del 7,2% rispetto al primo trimestre del 2011. In ambito manifatturiero, i miglioramenti interessano le aziende che operano nel campo della produzione di beni intermedi, nella meccanica, nei mezzi di trasporto e nella produzione dei metalli; viceversa risulta in peggioramento la situazione nel sistema casa e nel sistema moda.

LE REGIONI. Anche a livello territoriale si confermano i trend degli ultimi periodi: i default continuano a crescere in tutta la penisola ad eccezione del Nord Est, in cui si registra una diminuzione dell’8,8% grazie ai forti cali osservati in Veneto (-12,3%) e in Emilia Romagna (-12,2%). L’aumento dei fallimenti è invece particolarmente intenso nel Centro Italia (+12,7%), fortemente maggiore rispetto alla media nazionale, nel Mezzogiorno e nelle Isole (+6,5%), così come nelle Regioni del Nord Ovest (+4,9%). Pochi segnali positivi anche dai concordati preventivi, che nel primo trimestre 2012 risultano in aumento del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: l’incremento segna un’inversione di tendenza rispetto alle dinamiche positive osservate nel corso del 2011.

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