Con un valore stimato di 16 miliardi di euro, l’industria della difesa rappresenta in Italia un comparto strategico, tanto per la sicurezza nazionale quanto per l’economia.
I dati più recenti, presentati da uno studio condotto dalla Fondazione Luigi Einaudi, confermano la forza di questo settore: oltre 159 mila persone lavorano nel business della difesa, considerando occupazione diretta, indiretta e indotta. Di queste, più di 50 mila sono impiegate nelle sole imprese federate all’Aiad (Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza).
Non solo export: il business della difesa in Italia
Nel 2023, le autorizzazioni all’esportazione di armamenti hanno superato i 4,76 miliardi di euro, segno di un comparto attivo anche sul fronte internazionale. Ma l’export è solo una parte del quadro. L’intero ecosistema produttivo legato alla difesa genera valore aggiunto, occupazione specializzata e innovazione che si estende ben oltre l’ambito militare.
Un moltiplicatore per l’economia
La difesa è un settore ad altissima intensità tecnologica. Investire in questo ambito significa stimolare ricerca e sviluppo in aree come intelligenza artificiale, comunicazioni satellitari, materiali avanzati e quantum computing. Sono numerose le tecnologie nate per scopi militari e poi divenute parte integrante della vita quotidiana: GPS, internet, microonde, radar, e molti dei materiali oggi impiegati nell’industria civile.
Secondo lo studio, per ogni euro generato dalla difesa si attiva un effetto moltiplicatore doppio o triplo lungo le filiere della subfornitura e dei servizi. In altre parole, la spesa in difesa non è un costo fine a sé stesso, ma un investimento a elevato ritorno economico.
Proprio in quest’ottica si inserisce il programma europeo Europe Readiness 2030, che punta a rafforzare l’autonomia strategica e industriale dei Paesi membri. L’iniziativa permette anche di escludere le spese per la difesa dal Patto di Stabilità e Crescita, aprendo così nuovi margini per gli investimenti pubblici.
Uno degli strumenti chiave è il fondo Safe, pensato per facilitare appalti congiunti tra Stati Ue. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenuto alla presentazione del paper della Fondazione Luigi Einaudi, ha sottolineato l’importanza di cogliere questa occasione per rafforzare la capacità produttiva nazionale, sia sul piano della sicurezza sia per garantire ricadute economiche tangibili.
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