L’eventuale ritorno dei dazi protezionistici negli Stati Uniti rappresenta una minaccia concreta per l’economia europea, in particolare per Paesi con forti surplus commerciali come Italia e Germania. Le ricadute potrebbero essere pesanti, soprattutto in settori strategici per l’export.
Dazi Usa: i rischi per i principali partner europei
Il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha evidenziato il pericolo di un nuovo approccio protezionistico da parte degli Stati Uniti, con impatti significativi su economie altamente dipendenti dall’export verso gli Usa. Germania e Italia sono tra i Paesi più vulnerabili: entrambe vantano un saldo commerciale positivo con gli Usa, ma questo potrebbe trasformarsi in un punto debole in caso di inasprimento dei dazi.
L’Unione Europea, che ogni anno scambia beni e servizi con gli Stati Uniti per un valore di circa 1000 miliardi di euro, rischia di trovarsi in difficoltà. Secondo Il Sole 24 Ore, un dazio del 10% o del 20% metterebbe a rischio fino a un terzo delle esportazioni europee, penalizzando settori chiave come i macchinari industriali e i prodotti chimici, che da soli rappresentano il 68% dell’export verso gli Usa nel 2023.
Le conseguenze economiche per Italia e Germania
Un inasprimento delle politiche commerciali americane potrebbe avere grevi conseguenze. Per l’Italia, che nel 2023 ha registrato un saldo commerciale positivo di 42 miliardi di euro con gli Usa, i dazi potrebbero incidere fortemente su settori strategici, aumentando i costi di esportazione e riducendo la competitività delle imprese. Anche la Germania, già provata da una complessa crisi politica interna, vede negli Stati Uniti il suo primo partner commerciale per le esportazioni. Un aumento delle tariffe doganali potrebbe aggravare ulteriormente la situazione economica del Paese, spingendo l’Eurozona verso una contrazione del Pil compresa tra l’1% e l’1,6%.
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