Dal governo novità su infrastrutture, trasporti, edilizia e territorio

Rimandato l’esame del decreto sulle Province. Tra le misure introdotte dal Consiglio dei ministri la ‘consultazione pubblica’ per le opere strategiche, che si ispira al modello francese. In sintesi tutte le novità

Dalle infrastrutture ai trasporti, dall’edilizia al territorio: arrivano novità sul fronte delle semplificazioni in alcuni settori produttivi nevralgici per lo sviluppo dell’Italia, Parlamento permettendo. Sì, perché quello approvato dal governo italiano con il Consiglio dei ministri del 30 ottobre è un disegno di legge, non un decreto, ed entrerà in vigore solo dopo l’esame di Camera e Senato. L’esecutivo, che ha rimandato a oggi l’esame del decreto sul riordino delle Province, ha però posto le basi per semplificare e accelerare le infrastrutture del Paese. Tra le novità più importanti pensate dai governo c’è l’introduzione della consultazione pubblica per la realizzazione delle opere di interesse strategico, sul modello francese del debàt public; una norma che consentirà il coinvolgimento preventivo delle comunità e dei territori interessati, permettendo una maggiore condivisione delle informazioni e delle finalità dei progetti con le comunità locali (come ad esempio i progetti per la Tav). Sul fronte infrastrutturale vengono introdotte anche misure per agevolare ulteriormente l’utilizzo degli strumenti di partenariato pubblico-privato per la realizzazione delle opere pubbliche, anche attraverso una ulteriore semplificazione e accelerazione delle procedure. In sintesi le novità principali introdotte dal disegno di legge:

1) MISURE PER L’ATTRAZIONE DI CAPITALI PRIVATIFinanziabilità di progetti e bandi. Per assicurare che i progetti da realizzare con contratti di partenariato pubblico-privato siano idonei ad assicurare adeguati livelli di “bancabilità” fin dalla gara per l’affidamento, le amministrazioni aggiudicatrici potranno chiedere che l’offerta presentata sia corredata da una manifestazione di interesse da parte di una banca a finanziare l’operazione. Attraverso questa consultazione preliminare con gli operatori economici invitati a presentare le offerte, sarà dunque possibile far emergere – prima dell’affidamento – eventuali criticità del progetto sotto il profilo della finanziabilità da parte del settore bancario. Inoltre, vengono introdotti i “bandi-tipo” per l’affidamento di contratti di partenariato predisposti e approvati, previo parere del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici.

Subentro di un nuovo concessionario designato dagli enti finanziatori del progetto. Il ddl interviene sull’istituto del subentro, istituto che consente di assicurare la continuità del rapporto concessorio in caso di risoluzione del rapporto stesso per motivi addebitabili al concessionario. Viene introdotto, in particolare, un termine minimo per legge (120 giorni, prorogabile di altri 60 su richiesta motivata), sostitutivo del termine rimesso al contratto tra le parti come è nella situazione vigente, per la designazione del nuovo concessionario da parte degli enti finanziatori, che hanno in questo modo maggiore tempo per effettuare le proprie scelte. Viene lasciata, inoltre, alla volontà negoziale delle parti la determinazione dei criteri e delle modalità di attuazione del diritto di subentro. Tramite questa garanzia, il finanziamento dell’opera risulta maggiormente attrattivo per il sistema bancario.

Centrale di committenza per l’affidamento delle concessioni. Per favorire l’impiego dello strumento della concessione anche da parte delle amministrazioni di medie e piccole dimensioni – le quali spesso non possiedono al loro interno le competenze necessarie per attivare le particolari procedure previste – si introduce la possibilità di fare ricorso alle centrali di committenza, istituto già sperimentato per gli appalti pubblici. La centrale di committenza è un’amministrazione aggiudicatrice che acquista forniture o servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici o altri enti aggiudicatori, oppure aggiudica appalti pubblici o conclude accordi quadro di lavori, forniture o servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici o altri enti aggiudicatori. E’ quindi uno strumento per facilitare il lavoro delle stazioni appaltanti pubbliche, che possono associarsi o consorziarsi, accorpando le funzioni organizzative a monte.

2) SEMPLIFICAZIONE E ACCELERAZIONE DELLE INFRASTRUTTUREConsultazione pubblica. Per promuovere un più alto livello di partecipazione delle popolazioni e dei territori rispetto alla realizzazione di opere strategiche, viene introdotta in Italia la procedura di “consultazione pubblica”. Ispirata al modello francese del debàt public, la consultazione permetterà di verificare preliminarmente la percorribilità di un progetto e consentirà alle popolazioni coinvolte di valutare e conoscere nel dettaglio le scelte riguardanti la realizzazione e localizzazione delle grandi opere infrastrutturali. Scopo della consultazione, che non sarà vincolante per il decisore pubblico, è aumentare in modo significativo il livello di coinvolgimento preventivo delle comunità locali nei processi di realizzazione delle opere strategiche per il sistema Paese.

Semplificazione della procedura di approvazione unica del Cipe del progetto preliminare e della procedura di valutazione di impatto ambientale. La nuova procedura – introdotta dal decreto-legge Salva Italia – di approvazione unica da parte del Cipe del progetto preliminare di un’opera viene ulteriormente perfezionata, inserendo una tempistica definita per il pronunciamento delle singole amministrazioni e la previsione di azioni conseguenti al mancato rispetto dei termini.

Inoltre, nell’ambito dell’istruttoria sui progetti relativi alle opere soggette a procedura di valutazione di impatto ambientale, si fissa il termine di 30 giorni per la presentazione delle eventuali osservazioni rimesse al ministero dell’Ambiente dai soggetti pubblici e dai privati interessati. In questo modo sarà più semplice fissare termini stabiliti per la conclusione della conferenza di servizi necessaria per l’approvazione del progetto preliminare.

Ripartizione dei lavori delle imprese appartenenti ai raggruppamenti temporanei di imprese (RTI). Viene introdotta maggiore flessibilità delle regole riguardanti la ripartizione dell’esecuzione dei lavori tra le imprese che hanno partecipato a una gara di affidamento associandosi in raggruppamento, prevedendo anche percentuali diverse da quelle corrispondenti alle quote di partecipazione indicate in sede di gara. L’esecutore dei lavori dovrà ovviamente essere in possesso delle qualifiche necessarie, come dovrà essere accertato in via preventiva dal committente.

Semplificazioni normative e riduzione dell’overdesign. Per ridurre il fenomeno dell’overdesign – e cioè la fissazione di requisiti tecnici progettuali più stringenti rispetto a quanto richiesto dalla normativa europea, in particolare per le opere infrastrutturali ferroviarie – e i relativi costi da esso generati, si prevede l’allineamento delle regole minime di sicurezza alle norme europee, anche già vigenti, limitando l’introduzione di ulteriori norme nazionali non fondate su standard comuni ed i relativi sovracosti.

Svincolo garanzie di buona esecuzione. Per garantire maggiore liquidità alle imprese che operano nel settore degli appalti pubblici, si prevede – per lo svincolo progressivo della garanzia in base all’avanzamento dell’esecuzione del contratto – la riduzione dal 25% al 20% della percentuale relativa all’ammontare residuo dell’importo garantito non svincolabile fino al collaudo. Nei settori speciali (energia, acqua, trasporti, poste), la messa in esercizio delle opere prima del loro collaudo, se protratta per oltre 12 mesi, darà luogo allo svincolo automatico delle garanzie di buona esecuzione. A tutela della pubblica amministrazione rimane comunque una quota del 20% delle garanzie, che possono essere svincolate solo all’emissione del certificato di collaudo, ovvero alla scadenza del termine contrattuale per l’emissione dello stesso certificato.

3) MISURE PER IL SETTORE EDILIZORecupero del patrimonio edilizio esistente. Per incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente, si prevede una politica di riduzione degli oneri di costruzione relativi a ristrutturazioni e recuperi edilizi, differenziando i contributi di costruzione rispetto alle nuove opere, così da rendere più vantaggioso il recupero e la ristrutturazione del patrimonio edilizio. In questo modo si favorisce un utilizzo virtuoso degli immobili esistenti, limitando il consumo del territorio.

4) DELEGHE PER L’AMMODERNAMENTO DELLE NORME SU INFRASTRUTTURE, EDILIZIA E TRASPORTI – Disposizioni di delega in materia di contratti pubblici, edilizia e governo del territorio, e trasporto di persone mediante autobus. Attraverso una serie di proposte di legge di delega, si intende riordinare e consolidare le normative di questi importanti settori, pervenendo a quadri normativi organici, snelli e più fruibili da parte degli operatori, in quanto le leggi attuali sono state oggetto di svariati interventi legislativi che ne hanno compromesso l’organicità e hanno creato instabilità ed incertezza nel quadro regolatorio. In questo modo gli operatori e gli investitori potranno usufruire di un orizzonte certo e più stabile nel tempo, che consentirà loro di programmare con maggiore sicurezza le proprie scelte.

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