Crescono le imprese, ma aumentano i fallimenti: +19% in nove mesi

Tra luglio e settembre 2014 sono state registrate 16.500 attività in più, tuttavia sono sempre di più quelle che dichiarano banca rotta. Ecco i dati “schizofrenici” rilevati da Unioncamere per l’economia del nostro Paese

Le imprese italiane sono in crescita: nel periodo tra luglio e settembre 2014 sono state registrate 16.500 attività in più (+0,3% rispetto al trimestre precedente), ma è stato registrato anche un aumento di fallimenti, 19% in più rispetto al 2013. Sono i dati “schizofrenici” rilevati da Unioncamere, l’associazione delle Camere di commercio italiane.

SCHIZOFRENIA. Il “boom di nascite” delle imprese è dovuto alle quasi 73 mila iscrizioni a cui fanno da contrasto le 56.382 cessazioni di attività. L’aumento minimo del +0,3%, come spiega la rilevazione condotta da Infocamere sulla base dei dati del Registro delle Imprese delle Camere di commercio, è il risultato del più basso volume di iscrizioni rilevate nel terzo trimestre dal 2005. La “paradossale” crescita tuttavia non è per tutti: il settore artigiano ha riportato un trend negativo con 17.835 iscrizioni al Registro contro le 18.767 cessazioni.

SOCIETÀ CHE VANNO BENE. In generale, in questo contesto anomalo, le società che “se la cavano meglio” sono quelle di capitali (più di 18 mila iscrizioni) con migliore saldo (circa 12 mila unità) e tasso di crescita più alto (+0,8%). Sul territorio italiano, il Lazio è quello che, in termini assoluti, ha ottenuto il risultato migliore (+3.300 imprese tra luglio e settembre) seguito da Lombardia (3.1284) e Campania (+2.084). Anche in termini relativi il Lazio è la regione più prolifica (+0,53%), seguito da Campania (+0,37%) e dalle ravvicinate Trentino Alto Adige(+0.36%) e Lombardia (+0,34%).

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