Coronavirus: così i manager italiani affrontano la crisi in azienda

Scenario negativo per il 90% dei dirigenti intervistati da AstraRicerche per Manageritalia, ma il 59% sta attuando misure espansive e più dell’80% ha aumentato gli investimenti

Cosa si fa in tempo di crisi? Si aumentano gli investimenti. È questo, in breve, il quadro che emerge dall’indagine che Astraricerche sta realizzando Manageritalia e Cfmt, che ha voluto tastare il polso ai manager italiani in questo periodo di emergenza sanitaria ed economica, causata dalla pandemia di Covid19.

Al momento, di fronte al coronavirus, gli scenari non sono positivi. Il 90% degli oltre mille manager intervistati – un campione rappresentativo delle aziende del terziario che hanno dirigenti – prevede un pesante calo del fatturato, solo il 7% non si aspetta effetti negativi, mentre un 4% dei dirigenti prevede addirittura un aumento. L’effetto negativo colpisce tutti ma chi ne esce meno peggio (e a volte meglio) è senza ombra di dubbio il comparto Ict, in questo momento vero protagonista del lavoro degli italiani e dell’attività delle aziende con smartworking, digitalizzazione dei processi organizzativi e di quelli di vendita.

Le misure per affrontare la crisi: imperativo non fermarsi e investire

Le misure per affrontare la crisi da coronavirus sono nel 59% dei casi espansive e soprattutto di riconsiderazione e sviluppo del business. C’è chi punta a rivedere alcuni aspetti della catena del valore (42%), sviluppare apposite campagne di marketing (40%), cambiare, anche solo momentaneamente, modello di business (30%), spingere le vendite con sconti e promozioni (26%), rivedere alcuni aspetti della catena logistica (24%) e puntare su mercati e Paesi meno toccati dalla crisi (16%). Certo ci sono anche quelle in difesa con blocco assunzioni (33%), interruzione dei contratti a termine (24%) e, veramente a livelli bassissimi, chiusura di punti vendita (3%) e licenziamenti (2%).

Gli investimenti da sviluppare post crisi, a conferma di un sentiment proattivo, sono uguali o addirittura in aumento rispetto a quanto previsto prima dello scoppio della pandemia, evidentemente per bilanciare l’effetto negativo di questi mesi. In particolare, detto che l’84% degli intervistati prevede l’aumento degli investimenti in almeno una delle aree considerate, si pensa di investire di più in Ict (52%), comunicazione esterna (44%), comunicazione interna (38%), eventi (37%), formazione (32%) e consulenza (25%).

Insomma, la tendenza è quella di premere sull’acceleratore – anche più del consueto – per recuperare almeno in parte il tempo perso durante questa pandemia. “Mi colpisce l’approccio proattivo già volto alla ripresa con azioni forti e diffuse in ben più della metà degli intervistati a livello di marketing e vendite, così come l’aver subito affrontato duraturi o momentanei cambiamenti nei mercati serviti, nella catena del valore e logistica e nel modello di business, anche se è vero che stiamo parlando di aziende con una buona struttura manageriale e capacità di competere”, ha dichiarato Guido Carella, presidente Manageritalia. “Altrettanto significativa l’intenzione maggioritaria di investire ancor più di prima e di puntare su digitalizzazione e formazione. E di manager e managerialità come questa e con queste prerogative il Paese e le nostre aziende hanno tanto bisogno per progettare e vivere da protagonisti la ripresa. Sarà opportuno tenerne tutti conto e metterlo tra le priorità”.

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