Congressi ed eventi: un via libera da 36 miliardi di euro

Dal 1° settembre uno dei più importanti settori del nostro Paese potrà ripartire in sicurezza dopo una crisi senza precedenti

Il 2020 resterà un anno economicamente drammatico, ma il decreto dello scorso 7 agosto ha la possibilità di ridare una boccata d’ossigeno a un settore, quello di congressi ed eventi, capace di dare lavoro a quasi 570 mila addetti e generare un indotto di 64,7 miliardi di euro.

Il Dpcm di inizio mese sblocca dal primo settembre congressi ed eventi nel nostro Paese dopo che l’emergenza Covid-19 – sulla base di uno studio condotto dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Aseri) in collaborazione con Federcongressi – ha portato alla cancellazione del 70% degli appuntamenti, ovvero circa 215 mila eventi.

La chiusura del settore è durata sei mesi e, a causa della situazione epidemiologica globale, è facile pensare che anche i prossimi mesi saranno all’insegna dell’incertezza. La data di riapertura dà però fiducia a un settore rimasto completamente fermo, capace però di generare un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi di euro/anno (l’Italia rappresenta la sesta nazione al mondo per impatto economico generato dal settore degli eventi e dei congressi), fare da traino per il turismo e promuove all’estero l’immagine dell’Italia.

“Il recente Dpcm sarà una vera boccata di ossigeno per l’industria dei congressi e degli eventi”, ha commentato la presidente di Federcongressi & Eventi, Alessandra Albarelli. “Per mesi la nostra associazione ha dialogato con le istituzioni chiedendo una data certa di riapertura, elemento fondamentale per la ripresa di un comparto che si basa sulla programmazione. Le nostre imprese dovranno affrontare un anno difficile e pieno di incognite ma, finalmente, possono tornare a lavorare”.

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