Confindustria, sì al programma di Giorgio Squinzi

Affrontati tutti i temi più caldi del panorama italiano, dai ritardi nei pagamenti alle infrastrutture, dalla legalità alla riforma fiscale; spazio anche alla riforma del sistema confindustriale. Scarica la sintesi del manifesto di Squinzi

Ora manca solo l’elezione formale del 23 maggio, con il voto dell’assemblea privata; da quel giorno Giorgio Squinzi sarà ufficialmente il presidente di Confindustria, successore di Emma Marcegaglia. Giovedì 19 aprile la giunta dell’associazione degli industriali ha infatti approvato con larga maggioranza il programma del presidente designato che, per l’occasione, ha annunciato la sua ‘squadra di governo (11 presidenti e 5 comitati tecnici, qui tutti i curriculum).I “punti prioritari” del manifesto di Squinzi sono stati annunciati solo ieri, precedentemente si era limitato ad accennare solo alle sue idee (“non un programa”) per rispettare lo statuto di Confindustria che prevede la presentazione di un programma solo dopo la designazione ufficiale. Son stati affrontati tutti i temi più caldi, dalla crisi e la necessità di “una robusta sferzata” per lo sviluppo e la crescita (preannunciando per l’assemblea di maggio un manifesto programmatico di azioni concrete). Poi le liberalizzazioni come opportunità per superare la crisi economica, “carenza e costi del credito”, il nodo dei pagamenti della pubblica amministrazione. E ancora le infrastrutture, “fondamentali per porre le basi per lo sviluppo”. L’Europa. Il fronte delle relazioni industriali, dove serve “un buon sistema che garantisca massima flessibilità nelle regole così come massima coerenza e responsabilità nei comportamenti”. Centrale il tema della legalità, ma sarà una priorità anche l’obiettivo di una riforma fiscale, per una riduzione delle tasse su lavoratori e imprese, un fisco “equo e semplice”. E ancora ricerca e innovazione, internazionalizzazione e tutela del made in Italy, sviluppo sostenibile e politica energetica. Quindi il Mezzogiorno, tema che «va ripensato» nel quadro delle politiche europee e del mediterraneo, ed in una cornice nazionale, per ridurre le distanze con il resto del Paese. Spazio anche alla riforma del sistema di Confindustria per “disegnare un sistema associativo che risponda alle caratteristiche di efficienza e autorevolezza in una società ed una economia complesse e in perenne cambiamento”.

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