Confesercenti: una famiglia su due non sente la ripresa

Il 64% dei nuclei famigliari teme che uno dei propri membri possa perdere il lavoro. La maggior parte non percepisce un miglioramento nella propria vita

È un’Italia a due velocità quella che emerge dalla rilevazione trimestrale di Confesercenti. A fronte infatti di un Paese dato in ripresa da rappresentanti politici, agenzie di rating e indicatori economici, esiste un mercato reale che accusa ancora sofferenza e povertà. Stando infatti ai dati diffusi, una famiglia su due non sente la ripresa e sei su dieci temono per la stabilità lavorativa di un membro del proprio nucleo familiare. Più nel dettaglio, appena il 2% degli intervistati dichiara di vantare una situazione economica agiata, che permette loro di concedersi lussi e comodità. Il grosso (47%) sostiene di riuscire a coprire a malapena le spese. Il 14% non esita a definirsi povero mentre il 38% ha un reddito che gli permette di arrivare senza ansie a fine mese.

Complessivamente la Solidità economica percepita viene stimata 55 punti, esattamente come a febbraio 2015, e ben il 56% delle famiglie ammette di versare ancora in una situazione di disagio. Resta alto il senso di precarietà: il 64% delle famiglie teme che, da un giorno all’altro, un proprio membro possa perdere il lavoro. Di questo 64%, il 38% si definisce “abbastanza preoccupato”, il 26% “molto preoccupato”. Infine, quando è stato chiesto se si ravvisava un miglioramento nella propria qualità di vita rispetto al 2014, il 50% sostiene di non percepire cambiamenti. Il 46% pensa addirittura che ci sia stato un peggioramento, mentre solo il 4% ha parlato di miglioramenti.

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