Confcommercio, il prezzo della benzina ha tolto 6 miliardi ai consumi

Sui bilanci famigliari pesano sempre di più bollette, affitti, servizi bancari e assicurativi, carburanti, spese sanitarie, trasporti, cresciuti del 7% in 20 anni. Boom per lo smaltimento dei rifiuti, +80%. Diminuiscono acquisti di alimenti e bevande

Brutte notizie per le famiglie italiane: negli ultimi 20 anni è aumentata di oltre 7 punti percentuali la loro spesa destinata ai consumi obbligati, passando dal 32,3% sul totale dei consumi del 1992 al 39,5% del 2011. Si spende sempre di più per bollette, affitti, servizi bancari e assicurativi, carburanti, spese sanitarie, trasporti e molto altro ancora. mentre crollano di 10 punti percentuali i consumi di beni, tra cui quelli per alimentari e bevande (passati dal 19,5% al 15,1% nel settore). La quota di consumi “liberi” delle famiglie (ovvero beni e servizi commercializzabili) si è quindi ridotta (dal 67,7% al 60,5% nel giro di 20 anni), andando a incidere sempre meno sul bilancio famigliare.Alla base di questi dati emersi dall’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio vi sono le dinamiche dei prezzi che hanno visto un’impennata nel settore dei beni e dei servizi obbligati. Più contenuti invece gli aumenti nell’ambito dei beni e servizi liberi. L’esempio più evidente è quello dell’aumento del prezzo dei carburanti (mediamente 46 centesimi al litro) che ha sottratto oltre 6 miliardi di euro all’anno di risorse per altri consumi ma aumenti sostanziosi si registrano anche per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (+80% dal 1996 al 2011) e per i servizi di trasporto (+65% circa). Dinamiche di prezzi che, per gli over 65 che vivono da soli, significa destinare quasi l’80% del totale delle spese ai soli “consumi di base”. Numeri che si commentano da soli e che richiedono immediati provvedimenti, come ha sottolineato il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli: ”É urgente ridurre il prelievo sui carburanti e c’è la necessità di abbandonare qualsiasi ipotesi di aumento dell’Iva con una spending review fatta senza timidezze. Al governo chiediamo un controllo ed una riduzione della spesa pubblica, il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale per ridurre la pressione sulle persone che pagano le tasse, arrivata al 55% e poi la dismissione del patrimonio pubblico per la riduzione del debito”.

Consumi delle famiglie: spese obbligate e commercializzabili
Valori a prezzi correnti (milioni di euro)

1992200020072011
Obbligati e affitti imputati
153.475259.786350.407386.110

abitazione

81.313133.934188.280220.426

sanità

11.42822.64026.20228.021

assicurazioni e carburanti

37.44771.24994.71196.925

altro (*)

23.28631.96341.21440.737

Commercializzabili

322.208471.919570.540590.899

beni

244.449338.952396.896397.218

di cui alimentari (**)

92.602117.143142.722147.222

servizi

77.759132.967173.644193.681

TOTALE CONSUMI

475.682731.704920.948977.010
Composizione %

1992200020072011
Obbligati e affitti imputati
32,335,538,039,5

abitazione

17,118,320,422,6

sanità

2,43,12,82,9

assicurazioni e carburanti

7,99,710,39,9

altro (*)

4,94,44,54,2

Commercializzabili

67,764,562,060,5

beni

51,446,343,140,7

di cui alimentari (**)

19,516,015,515,1

servizi

16,318,218,919,8

TOTALE CONSUMI

100,0100,0100,0100,0

(*) comprende: protezione sociale; servizi finanziari; altri servizi n.a.c.; (**) incluse bevande alcoliche e non alcoliche. Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

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