Imprese: fallimenti ai minimi da sette anni

Continua anche nel 2018 il trend positivo che vedo un calo costante delle aziende costrette a chiudere i battenti. Il Cerved sottolinea però come in alcune Regioni - Lazio, Calabria e Sicilia - il miglioramento stia tardando a manifestarsi

È un quadro generalmente positivo quello ritratto dall’Osservatorio sui fallimenti, procedure e chiusure di imprese del Cerved. Nella prima metà del 2018 si è infatti ridotto ancora il numero dei fallimenti, scesi ai livelli più bassi degli ultimi sette anni. Il trend, che dura ormai da 11 trimestri consecutivi, ha fatto segnare in questo caso un -5,7% rispetto allo stesso periodo del 2017, per un totale di 5.964 società costrette a chiudere i battenti. Ancora più sostenuto il calo dei default diversi dal fallimento: tra gennaio e giugno sono state avviate 709 pratiche, un quinto in meno dell’anno precedente. Nell’ambito di queste procedure, si osserva un’inversione di tendenza per le liquidazioni coatte amministrative (-18,9% su base annua), che erano risultate in crescita fino ai primi tre mesi dell’anno. Il contributo principale al calo arriva dal concordato preventivo: solo 246 domande nella prima metà dell’anno, -27% rispetto al 2017. In crescita, invece, le liquidazioni volontarie, che nella prima metà dell’anno hanno interessato 29.445 imprese in bonis, cioè senza precedenti procedure concorsuali. Si tratta di un incremento dell’1,3% su base annua e di un’inversione di tendenza rispetto all’andamento della prima metà dell’anno precedente, in cui il numero di chiusure volontarie era risultato incalo (-3,7%).In sintesi, commentano dal Cerved, «In un quadro generalmente positivo con dei lievi segnali di attenzione sul fronte delle liquidazioni, in alcune regioni il miglioramento tarda a manifestarsi. È il caso della Calabria, del Lazio e della Sicilia, in cui il numero dei fallimenti ha continuato ad aumentare nella prima parte del 2018, rimanendo a livelli doppi o comunque molto più elevati rispetto a quelli del 2008».

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