L’arabica, la varietà più rinomata del caffè e più utilizzata per la miscela dell’espresso, non conosceva quotazioni così alte in Borsa dal 1977, 47 anni fa. Dall’inizio del 2024 e nel mese di ottobre in particolare, questa materia prima ha vissuto rialzi di oltre il 70%, con un picco di 3,23 dollari per libbra messo a segno a New York mercoledì 27 novembre.
I motivi che spingono gli aumenti del caffè arabica
A spingere il titolo sui mercati sono fenomeni evidenti e contingenti come la crisi climatica che limita la domanda, i conflitti internazionali, le incertezze relative ai regolamenti e le speculazioni, legate alle operazioni dei fondi d’investimento o anche semplicemente alla gara per accaparrarsi il prodotto, proprio come avveniva circa mezzo secolo fa.
La crescita delle quotazioni in Borsa, che include per esempio la varietà “robusta” e coinvolge anche la Borsa di Londra, comporta naturalmente ripercussioni nel settore: secondo quanto riportato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, i torrefattori potrebbero ricorrere a rincari sui listini spingendo così l’incremento dei prezzi per i consumatori finali. In Italia, l’espresso al bancone di un bar continua a costare relativamente poco, o comunque meno rispetto alla media degli altri Paesi, anche se l’amata tazzina di caffè ha conosciuto un aumento dei prezzi di circa il 15% in tre anni, stando ai calcoli della Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi. Nei maggiori centri urbani come ad esempio Milano, per un caffè, spesso si superano 1,40-1,50 euro ma il traguardo dei 2 euro non sembra così lontano, soprattutto “se queste pressioni rialziste sul costo del caffè verde continueranno”, come aveva spiegato questa estate la Ceo di di illycaffè, Cristina Scocchia.
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