Berlino chiede un passo indietro a Unicredit su Commerzbank

Nonostante l’ok da parte dell’Ue, Berlino chiede a Unicredit si fare un passo indietro su Commerzbank e l’Ops di cui si parla da diverse settimane. Quella del Governo tedesco è un’opinione già espressa in passato sulla quale non intende cedere. Ci sono, però, alcune gerarchie a livello comunitario che non possono essere ignorate.

“Ci aspettiamo che UniCredit abbandoni il suo tentativo di acquisizione – ha dichiarato alla Dpa il ministro delle Finanze e vice Cancelliere, Lars Kingbeil Rimaniamo impegnati per una Commerzbank indipendente”. È questo l’obiettivo al quale si punta, in barba alle autorizzazioni comunitarie.

Gli sviluppi della vicenda

Ed è proprio per il ruolo dell’Unione europea che, per quanto dure, le parole del Governo tedesco rimarranno tali e non potranno avere alcun risvolto pratico. Infatti, se una fusione bancaria è autorizzata a livello comunitario “sul piano prudenziale e della concorrenza, non vi è alcuna base giuridica, nel mercato unico né tantomeno nell’unione bancaria, per bloccare un’operazione sulla base di una decisione discrezionale di un governo”. Questa è la replica che arriva da Bruxelles.

L’Ue ha sottolineato anche che “per il diritto comunitario i Paesi possono imporre restrizioni alle libertà fondamentali, compresa quella della libera circolazione dei capitali, solo se sono proporzionate e fondate su motivi di interesse pubblico. Restrizioni basate esclusivamente su considerazioni economiche non sono giustificabili”. Stando a queste parole, quindi, il Governo tedesco non ha le armi per opporsi concretamente.

Il pugno di ferro di Berlino

Nonostante la Germania conosca molto bene i suoi obblighi nei confronti dell’Ue, non si è fatta scrupoli a chiedere pubblicamente un passo indietro a Unicredit su Commerzbank. Intanto Andrea Orcel, che è entrato nella banca tedesca poco più di un anno fa partecipando a un’asta su invito del governo, recentemente ha convertito in azioni parte dei derivati che deteneva. Lo ha fatto previo nullaosta da parte delle autorità competenti.

Ed è proprio questo dettaglio a infastidire il Governo Merz. Adesso Unicredit è il primo socio di Commerzbank, detenendo il 20% del capitale e dei diritti di voto. Invece, la quota residua dello Stato è pari soltanto al 12%. E, come se non pastasse, Orcel ha fatto sapere che vuole convertire anche la sua restante quota del 9% in azioni a “tempo debito”.

In tutta risposta, Klingbeil ha sottolineato che respingono “l’approccio non coordinato e ostile di UniCredit. Il governo federale lo ha chiarito a Unicredit: non venderà la sua quota”. Come conseguenza sul mercato, entrambe le banche hanno perso terreno. Commerzbank ha chiuso a -3,8% e Unicredit a -2,9%.

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