Bce, crescita dell’Eurozona in calo

La lieve frenata del Pil Ue non giustifica però interventi di politica monetaria

Il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea si riunirà a settembre; ma non sembra che l’incontro faccia prospettare nuove misure a favore dei mercati, che pur si aspettano un rilancio del quantitative easing: si tratterà, infatti, di un meeting finalizzato all’indagine sullo stato dell’Eurozona.

CRESCITA IN FRENATA. È infatti durante questo incontro che si presenteranno le proiezioni della Bce relative ad occupazione, inflazione, Pil; che assumeranno, durante questo settembre, un senso particolare, poiché arrivano dopo gli smottamenti causati dall’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, verificatasi con il referendum del 23 giugno. Il quantitative easing e altre misure di politica monetaria non sembrano essere giustificate dai dati che sono stati finora divulgati: nonostante si noti un rallentamento del Pil nel secondo trimestre (+0,3%, in calo rispetto al +0,5% dei primi tre mesi del 2016), e lo stagnamento della domanda interna, i ritmi di crescita non sono comunque preoccupanti, ed anzi si allineano a quelli registrati negli Usa. Buoni anche i dati sulla disoccupazione, che si attesta su una percentuale del 10,1% (ai minimi da luglio 2011), a dispetto di una frenata nella flessione. In calo, però, l’inflazione core: dal +0,9% di luglio si è arrivati al +0,8% annuo.

QUANTITATIVE EASING. Si può tuttavia affermare che la temuta Brexit ha avuto un impatto sull’Europa più contenuto di quanto si temeva; per questo, a differenza di quanto accaduto in Gran Bretagna, non sono previsti interventi di politica monetaria atti a tamponare i danni. Tuttavia, sarebbe il mercato a chiedere nuove azioni in questo senso, da decidere nella riunione di settembre: servirebbero, infatti, a “placare” le oscillazioni delle quotazioni che si prevedono nel caso in cui si decida di non procedere con gli interventi sulla moneta. La Bce sembra comunque irremovibile; l’unica operazione plausibile pare la continuazione del quantitative easing fino a marzo 2017. È tuttavia probabile che il tema venga discusso non a settembre, ma nelle riunioni fissare tra ottobre e dicembre, insieme alla revisione degli aspetti tecnici degli acquisti.

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