Le aziende scappano dalla Cina per colpa dei dazi Usa. Ma Tesla rimane

Nei primi cinque mesi del 2019 il valore dell’export verso gli Stati Uniti è sceso del 12%. E lo spettro di nuove tasse fra tremare le imprese

I dazi imposti da Donald Trump alle importazioni dalla Cina stanno iniziando a mietere vittime. Infatti, se nei primi cinque mesi dell’anno il valore complessivo dell’export cinese verso altri Paesi asiatici come India, Vietnam e Taiwan è raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quello verso gli Stati Uniti è sceso del 12%. Un crollo che ha avuto ripercussioni importanti. Nel secondo trimestre del 2019, infatti, l’economia cinese è cresciuta “solamente” del 6,2%: si tratta del tasso di crescita più basso degli ultimi 27 anni (+6,2%). Le aziende iniziano a essere seriamente preoccupate e hanno già iniziato ad alleggerire la loro presenza nel Paese del Dragone. Del resto, se il quarto pacchetto punitivo, già definito e annunciato da Trump – che andrebbe a colpire tutto l’export cinese verso gli Usa includendo anche personal computer e beni di elettronica di consumo – sarà effettivamente attuato le conseguenze potrebbero essere disastrose.

Ecco le aziende che stanno fuggendo dalla Cina. Tranne Tesla

Sono diverse le aziende che stanno progettando la loro fuga dalla Cina. Apple ha avviato un progetto pilota per produrre in Vietnam gli AirPop e ha chiesto ai suoi principali fornitori di studiare il trasferimento di una quota fra il 15% e il 30% della produzione di iPhone fuori dalla Cina. Nintendo sta meditando di trasferire una fetta della produzione della nuova console Nintendo Switch in Vietnam, lo stesso Paese scelto da Samsung per creare i suoi smartphone e da Kyocera per produrre le sue stampanti. Anche le americane HP e Dell stanno pensando di spostare il 30% della loro produzione di notebook dalla Cina ad altri Paesi del Sud-Est asiatico. Perfino le società cinesi vogliono andare altrove: per esempio, la società di elettronica TCL sta spostando la produzione di tv in Vietnam, mentre Sailun Tire sta trasferendo la sua fabbrica di pneumatici in Tailandia.

L’unica in controtendenza è Tesla, alle prese con un rosso di 1,12 dollari per azione nel secondo trimestre 2019 e un crollo del titolo in borsa di oltre il 20% da inizio anno: Elon Musk prima ha acquistato dalle autorità locali un terreno nella periferia di Shanghai con un fortissimo sconto e poi ha avviato la costruzione di una nuova fabbrica, a quanto pare ottenendo anche finanziamenti agevolati. Il mese prossimo dovrebbe avviare la produzione di auto elettriche made in China.

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