Finalmente un accordo commerciale fra Usa e Cina è stato raggiunto: lo ha annunciato il presidente Donald Trump che aspetta di trovarne uno anche con l’India. “Abbiamo firmato con la Cina proprio l’altro giorno”, ha dichiarato il Tycoon, ma non si conoscono ancora i dettagli.
La notizia è stata confermata anche dalla Cina. Gli Stati Uniti “cancelleranno una serie di misure restrittive”, ha affermato il ministero del Commercio cinese, che ha ottenuto “dettagli confermati dell’intesa con gli Usa”. La potenza asiatica spera che ci si incontri “a metà strada”, puntando a “uno sviluppo sano, stabile e sostenibile delle relazioni economiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti”.
La risposta della Cina
L’accordo Usa-Cina è la conseguenza dei dialoghi iniziali avvenuti a Ginevra a maggio 2025. In quell’occasione si sono posticipati eventuali aumenti di dazi. Poi, a Londra, si sono definiti i negoziati e adesso pare che si sia giunti a un’intesa formale. Pare che Donald Trump abbia concluso da solo.
Dal canto suo, la Cina ha intenzione di accelerare le autorizzazioni per le esportazioni di terre rare, materiali utilizzati in prodotti ad alta tecnologia come le auto elettriche. Si tratta di un punto chiave dell’accordo. In questo’ottica, il Ministero del Commercio ha dichiarato che Pechino stava accelerando la revisione delle domande di licenza di esportazione per le terre rare e aveva approvato “un certo numero di domande conformi”.
I controlli sull’export di minerali sembrano avere messo in secondo piano i dazi Usa nell’ultimo round di negoziati commerciali tra Pechino e Washington. È successo dopo che la Cina ha imposto requisiti di autorizzazione per sette elementi delle terre rare ad aprile. Si tratta di un problema che rischia di bloccare la produzione di automobili, robot, turbine eoliche e altri prodotti ad alta tecnologia. Non solo in America, ma in tutto il mondo.
L’accordo di Ginevra prevedeva che Stati Uniti e Cina diminuissero gli aumenti tariffari punitivi imposti dopo che la guerra commerciale di Trump si è inasprita. Tuttavia alcuni dei dazi più elevati – come quelli imposti da Washington relativi al commercio di fentanyl, sull’alluminio e l’acciaio – rimangono tuttavia in vigore.
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