Digitale terrestre, il governo blocca Sky

Il ministero dello Sviluppo Economico chiede al Consiglio di Stato se sia legittimo che un editore americano partecipi alla gara per l’assegnazione delle frequenze sul dtt. L’opposizione: «Comportamento sbalorditivo atto a far fuori un concorrente di Mediaset»

È scoppiata la guerra del digitale terrestre. Sul campo di battaglia non solo emittenti televisive, adesso c’è anche il governo. Più precisamente il ministero dello Sviluppo Economico, quello guidato da Paolo Romani. A proposito della gara per la tanto attesa attribuzione delle frequenze del digitale terrestre che restano da assegnare Il dicastero di Via Veneto ha chiesto un parere al Consiglio di Stato. Un parere interpretativo sulla possibilità di estendere ai partecipanti del beauty contest una norma che risale alla legge Maccanico del 97. Più precisamente quella che prevede per il rilascio delle concessioni analogiche (oggi si parlerebbero di autorizzazione al digitale) un trattamento di effettiva reciprocità con il paese del gruppo televisivo, se questo sia al di fuori dell’Unione Europea. In poche parole può Sky, la cui sede si trova negli Stati Uniti, concorrere alla gara per il digitale terrestre in Italia, anche se un’azienda televisiva italiana ad oggi non può trasmettere sul digitale terrestre americano?Paolo Romani parla di «atto obbligato» visto che un editore straniero si consolida nel settore strategico dei media. Per Paolo Gentiloni, responsabile comunicazioni del Pd, e ex ministro delle comunicazioni, invece, «è una procedura pretestuosa», «un comportamento sbalorditivo» che il governo Berlusconi porta avanti solo per far fuori un concorrente di Mediaset. E rispunta il conflitto di interessi.L’Unione Europea il 20 luglio del 2010 ha già autorizzato l’emittente satellitare ad acquisire una frequenza del digitale terrestre, ma adesso lo scenario sembra essere cambiato.

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