Salone del Mobile e Fuorisalone, ma non solo: perché Milano è capitale del design

Nel capoluogo lombardo si registra la maggior concentrazione di valore aggiunto, imprese e occupati del settore. I numeri del report Design Economy 2023, che conferma la leadership dell’Italia in Europa

Salone Del Mobile e FuorisaloneCourtesy of Salone del Mobile.Milano Photo © Luca Quagliato

Oltre 36 mila operatori – 20.320 liberi professionisti e autonomi, più 15.986 imprese – e  63 mila occupati, che nel 2021 hanno generato un valore aggiunto di quasi 3 miliardi di euro (2,94 miliardi). Sono i numeri dell’economia del design in Italia, che emergono dal report Design Economy 2023 presentato alla vigilia Salone del Mobile e Fuorisalone 2023 di Milano da Fondazione Symbola, Deloitte Private e Poli.design.

“Nonostante uno scenario così complesso, l’Italia si conferma il Paese europeo con il maggior numero di imprese attive nell’ambito del design, con vaste e positive ricadute sul territorio sia in termini di occupazione sia di valore aggiunto generato”, ha dichiarato Ernesto Lanzillo, Senior Partner e Leader di Deloitte Private. “Questo settore, però, risulta ancora molto frammentato, composto prevalentemente da liberi professionisti e micro o piccole imprese. È dunque importante pensare ad azioni mirate al rafforzamento delle competenze manageriali e imprenditoriali, che consentano alle organizzazioni di continuare a crescere e di sapere rispondere alle grandi trasformazioni dell’economia sia nazionale sia globale”.

Milano si conferma capitale del Design

Lo studio, che ha visto il supporto di Adi, Circolo del Design, Comieco, AlmaLaurea e Cuid, conferma la leadership della città di Milano. Il capoluogo lombardo è capace di concentrare il 18% del valore aggiunto del settore sul territorio nazionale. Milano è anche sede del Salone del Mobile e Fuorisalone, una delle più grandi manifestazioni al mondo dedicate al design. Questa tendenza fa il paio con quella generale, visto che le imprese e i professionisti del design svolgono le loro attività prevalentemente nei centri metropolitani, dove hanno la possibilità di godere di una maggiore visibilità nazionale e internazionale.

Dove si concentra il design in Italia

Le Regioni

La distribuzione regionale dei dati fa emergere la forte concentrazione di attività del design in Lombardia e nello specifico della provincia di Milano. Il territorio lombardo raccoglie infatti il 29,4% delle imprese italiane (due terzi dei quali fatto di liberi professionisti e lavoratori autonomi), il 32,5% del valore aggiunto e il 28,5% dell’occupazione complessiva. Si confermano a seguire altre tre regioni settentrionali: il Veneto (seconda per quota di imprese 11,5%, quarta per valore aggiunto, 11,0% e terza per occupazione, 11,6%), l’Emilia Romagna (terza per quota di imprese, 10,7%, ma seconda per valore aggiunto, 13,3% e occupazione, 13,0%) e il Piemonte (quarta per quota di imprese, 8,5%, unico caso in cui le imprese prevalgono su liberi professionisti e lavoratori autonomi, terza per valore aggiunto, 11,7% e quarta per occupazione, 11,5%).

Nel complesso, in queste quattro regioni si concentra il 60% delle attività produttive, ben il 68,6% del prodotto e il 64,6% dell’occupazione del Paese.

Le province

Se la Lombardia è in testa tra le regioni, Milano lo è tra le province e conferma la posizione rilevata nei precedenti rapporti: l’area concentra il 14,3% delle imprese (con una presenza molto elevata di liberi professionisti e lavoratori autonomi, quasi il 65% del totale), il 18,4% del valore aggiunto prodotto e il 14,2% dell’occupazione nazionale.

Al secondo posto della classifica per numero di imprese emerge la provincia di Roma (6,6%), terza per prodotto (5,3%) e per occupazione (5,7%), a cui segue Torino (terza per quota di imprese, 5,1%, area in cui le imprese prevalgono rispetto a liberi professionisti e lavoratori autonomi, ma seconda per valore aggiunto, 13,3% e occupazione, 13,0%), Firenze (terza per quota di imprese, 6,0%, quinta per valore aggiunto, 3,0% e settima per occupazione, 2,7%), Bologna (quinta per quota di imprese, 2,8%, quarta per valore aggiunto, 3,8% e occupazione, 3,8%).

Design e transizione ecologica

Il tema della sostenibilità emerge come rilevante per il settore: ben l’87,4% dei soggetti intervistati ne sottolinea l’importanza nei progetti in corso, quota che arriva al 96,5% nel caso delle piccole-medie imprese. A questa centralità corrisponde una consapevolezza diffusa nei livelli di competenza, considerati alti o medi dall’86,9% degli intervistati, con una accentuazione per le organizzazioni di maggiore dimensione (97,1%). Per contro, la presenza di un livello minimo di competenze riguarda solo il 2,8% del totale.

Il rapporto tra design e sostenibilità è alla base del nuovo Bauhaus europeo lanciato dalla presidente Von der Leyen per contribuire alla realizzazione del Green Deal europeo anche per questo l’Italia ne è una naturale protagonista”, ha commentato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. “Come scritto nel Manifesto di Assisi, affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro”.

La formazione italiana nell’ambito del design

Il sistema formativo è un sistema distribuito lungo tutto il Paese, ben 91 istituti accreditati dal Ministero dell’Istruzione: 28 Università, 16 Accademie delle Belle Arti, 15 Accademie legalmente riconosciute, 26 Istituti privati autorizzati a rilasciare titoli Afam (Alta formazione artistica e musicale) e 6 Isia (Istituti superiori per Industrie artistiche). Per un totale di 303 corsi di studio, distribuiti in vari livelli formativi e in diverse aree di specializzazione.

Politecnico di Milano primo in Europa, ottavo nel mondo

Ne fanno parte punte di eccellenza come il Politecnico di Milano, prima tra i Paesi UE e 8° al mondo secondo la classifica QS World University Rankings by Subject nel settore del design, ma prima, comunque, fra le università pubbliche. A seguire, mantengono un importante ruolo per la formazione del designer l’Istituto Europeo di Design (IED) e la Nuova Accademia di Belle Arti (Naba). Rispetto all’anno precedente, cresce del 4% il numero di corsi accreditati e attivati e del 12% il numero degli istituti, in particolare nel caso delle Università e degli Altri Istituti autorizzati a rilasciare titoli Afam.

A crescere non sono solo gli istituti ma anche la domanda e il numero degli studenti pari a 14.907, cioè il 3,87% in più rispetto al precedente anno accademico. Per i corsi di laurea universitari, la maggior parte sottoposti al vincolo del numero programmato, aumenta il numero di iscrizioni al test di ingresso che supera di gran lunga il numero di posti disponibili, con una media nazionale di 2,5 domande per posto disponibile e punte di oltre sei nel nord Italia.

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