Crolla il Tg1. Ma Minzolini non lascia

Il notiziario di Rai Uno superato da Tg5 e Tg3. Per il direttore è tutta colpa del mancato traino, intanto la Rai pensa al taglio di Novantesimo minuto

«È il punto più basso nella storia del Tg1». A commentare la crisi d’ascolti del notiziario di Rai Uno il Comitato di redazione dello stesso, subito dopo il minimo storico toccato la scorsa domenica quando lo share si è fermato al 16,07%, appena 4 milioni e 178 mila telespettatori, a fronte di un 20,39% del Tg5 e di un 17,7% del Tg3. A indicare il colpevole lo stesso Cdr: «Quella del Tg1 è una emergenza dovuta certo a una linea politica, più che editoriale, faziosa e schierata, impressa dal direttore Minzolini che ha fatto perdere al nostro Tg1 una credibilità che deve essere assolutamente recuperata». Accuse severe e circostanziate che Augusto Minzolini rispedisce al mittente: «C’è un grado di strumentalità elevato nei commenti negativi che puntano a creare le condizioni per rimuovere il sottoscritto per ragioni squisitamente politiche. Se vogliono, e pensano di riuscirci, lo facciano pure, io non me ne vado. Ma non accampino alibi che sono un’offesa al buon senso». Altre sarebbero, almeno secondo Minzolini, le ragioni del crollo degli ascolti: «Sono anni che il giorno in cui Rai Uno trasmette il gran premio del Brasile, con annesso l’inutile programma di commenti fine gara, il Tg1 perde con il Tg5 perché al posto del traino pre-serale l’Eredità, ha un handicap pre-serale. È successo nel 2009, nel 2010, si è ripetuto quest’anno». Il direttore aggiunge di aver quindi, due giorni fa, «posto il problema alla direzione palinsesto. Ho insistito, ma non c’è stato niente da fare per cui ho avvertito i dirigenti che andavamo incontro a una sconfitta annunciata di cui non mi sento responsabile ma semmai vittima».

I Tg delle 20 a confronto

Addio Novantesimo minutoLa questione come è ovvio, troverà spazio nel Cda Rai in programma oggi, martedì 29 novembre. Crisi del Tg1 ma non solo. L’ordine del giorno, ovvero il risanamento dei conti aziendali, imporrà al Cda di affrontare altre, scottanti, situazioni. In esame una possibile riduzione degli investimenti per il calcio, che potrebbe comportare la cancellazione di un pezzo di storia della televisione pubblica: Novantesimo minuto. Salvata La Domenica sportiva, si potrebbe rinunciare, data ormai l’estrema frammentazione delle partite, al racconto della domenica pomeriggio. Il taglio consentirebbe un risparmio considerevole, fermo restante che nel 2012 a pesare saranno gli esborsi per altri due eventi sportivi, le Olimpiadi e gli Europei di calcio. Tra le altre misure sul tappeto, anche risparmi strutturali nelle diverse aree gestionali, valorizzazione del patrimonio, con la vendita anche degli immobili di Torino e Venezia, e interventi sulle sedi di corrispondenza.

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