Condoni: in Italia incassati solo 148 miliardi in 50 anni

L’analisi della Cgia di Mestre sulla politica di amnistia fiscale attuata dai governi italiani dal 1973 a oggi. Un’applicazione dei condoni che, etica a parte, non ha portato grossi risultati economici…

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Negli ultimi 50 anni la politica dei condoni adottata dai governi italiani ha permesso al Fisco di recuperare complessivamente 148,1 miliardi di euro. Un dato, quello rivalutato al 2022 e calcolato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, davvero esiguo se si considera che la sola evasione fiscale in Italia è pari a quasi 90 miliardi di euro l’anno.

“Alla luce degli incassi ottenuti a partire dal 1973, possiamo affermare che gli scudi, i concordati, le rottamazioni, i condoni, le sanatorie e le pacificazioni fiscali hanno contribuito in misura molto modesta a contrastare l’evasione fiscale che nel nostro Paese rimane ancora molto elevata”.

A fronte di 90 miliardi di evasione fiscale all’anno, è come se a ogni 100 euro di gettito incassato dal fisco, comunque gli italiani ne evadessero mediamente 13,2.

Le Regioni dove si evade di più

Sul fronte evasione fiscale, la Cgia indica nel Mezzogiorno la situazione più critica: nella classifica di euro evasi ogni 100 euro incassati, in Puglia gli evasori se ne trattengono 19,2 euro, in Campania 20 e in Calabria, maglia nera d’Italia, 21,3.

Si tratta di cifre doppie rispetto ai 10,6 euro che si registrano in Friuli Venezia Giulia, ai 10,2 euro in Provincia di Trento e ai 9,5 euro in Lombardia. Il territorio nazionale più fedele al fisco è la Provincia di Bolzano che presenta un’evasione di soli 9,3 euro ogni 100 incassati.

Abusivismo edilizio

Dai condoni edilizi introdotti dal legislatore nel 1985, nel 1994 e nel 2003 si stima che i Comuni abbiano incassato poco più di 15 miliardi di euro (importo non attualizzato al 2022). Nel primo il gettito è stato pari a 3,1 miliardi, nel secondo a 5,2 miliardi e nel terzo a poco più di 7 miliardi.

Anche in questo caso, così come per le sanatorie di natura fiscale, gli incassi sono stati decisamente più contenuti delle aspettative.

Sebbene negli ultimi in anni sia in leggero calo, nel 2022 l’abusivismo edilizio ha registrato il suo picco massimo in Basilicata e in Calabria, entrambe con una percentuale del 54,1%. Seguono la Campania con il 50,4%, la Sicilia con il 48,2% e la Puglia con il 34,8%.

Le Regioni, infine, dove l’abusivismo edilizio è meno diffuso sono Piemonte e Valle d’Aosta, tutte e due con il 4,2%, e, in particolar modo, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia, ambedue con un livello del 3,3%. Il dato medio nazionale si è attestato al 15,1 per cento%.

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