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Anche la Corte d’Appello dà ragione a Santoro. La Rai perde il ricorso

Giudicato inammissibile il ricorso di Masi. A giugno un nuovo dibattimento in Cassazione contrapporrà nuovamente il giornalista al suo datore di lavoro

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Michele Santoro e la Rai: un rapporto che definire conflittuale sembra poco. Il giornalista, conduttore di Annozero, sembra essere destinato ad essere sempre al centro di una qualche polemica con il suo datore di lavoro. Polemiche che, dato che la Rai non è azienda da lavare i panni sporchi in famiglia, si trasformano sempre in casi che diventano politici o giudiziari. Una vicenda infinita, l’ultimo capitolo della quale arriva oggi con il pronunciamento della Corte d’Appello di Roma, sezione del Lavoro. I giudici hanno respinto perché «inammissibile» il ricorso della Rai che chiedeva la sospensione degli effetti della sentenza di secondo grado del 2009 in favore di Santoro. Sentenza che confermava di fatto a Santoro il suo ruolo di conduttore e realizzatore di programmi di approfondimento in prima serata. Sentenza per la quale la Rai, in particolare il suo direttore generale Mauro Masi, aveva deciso recentemente di ricorrere in appello. Il ricorso, presentato a seguito della puntata del 27 gennaio scorso di Annozero, la famosa puntata della telefonata di Masi in diretta, era stato motivato sostenendo che c’era pericolo di un intervento sanzionatorio dell’Agcom per i contenuti della trasmissione. Il conduttore può dunque andare in onda, almeno per il momento. La sentenza di oggi, infatti, non chiude che temporaneamente, la questione.La Cassazione avrebbe, infatti, già fissato per l’8 giugno la discussione in diritto di un altro dibattimento tra la Rai e Michele Santoro. Il ricorso alla Cassazione è stato presentato dall’azienda sul merito della sentenza di reintegro del giornalista stabilita dal Tribunale del lavoro.Il video della famosa telefonata di Masi in diretta ad Annozero

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Michele Santoro