Anche la Casa Bianca contro le foto dei baci firmate Benetton

No all’immagine di Barack Obama in pubblicità: «Disapproviamo l’uso a fini commerciali dell’immagine del presidente Usa». Il Vaticano annuncia un’azione legale

Tutti contro Benetton. UnHate, la nuova campagna pubblicitaria dell’azienda trevigiana (tutti gli scatti della campagna), proprio non piace a nessuno. Quegli scatti, anzi quei fotomontaggi, che raffigurano leader politici, e non solo, intenti a baciarsi continuano a sollevare polemiche. Dopo le proteste del Vaticano – che avevano portato Benetton a ritirare la foto del bacio tra Papa Benedetto XVI e l’Imam del Cairo Ahmed Mohamed el-Tayeb – adesso da oltreoceano arrivano anche le critiche degli Americani. «La Casa Bianca mantiene da tempo una politica di disapprovazione per l’uso del nome e dell’immagine del presidente per scopi commerciali» ha detto il portavoce della Casa Bianca Eric Schultz. Insomma, utilizzare l’immagine di Barack Obama in una campagna pubblicitaria, per di più se si simula un bacio con il leader cinese Hu Jintao o con il venezuelano Hugo Chavez, non è corretto: è un abuso vero e proprio. Ma i problemi per la nuova campagna per la promozione del non odio non finiscono qui. In Francia (tra le foto anche quella del bacio tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel) Christine Boutin, candidata dei cristiani-democratici alle presidenziali del 2012, ha proposto il boicottaggio dell’azienda trevigiana, responsabile di aver messo in giro «immagini scioccanti».

Il nuovo affondo del Vaticano

Il Vaticano, inoltre, nonostante abbia già ottenuto la rimozione della foto del Santo Padre, é ancora sul piede di guerra: promessa un’azione legale. La segreteria di Stato vaticana ha comunicato di aver «incaricato i propri legali di intraprendere, in Italia e all’estero, le opportune azioni al fine di impedire la circolazione, anche attraverso i mass media, del fotomontaggio, realizzato nell’ambito della campagna pubblicitaria Benetton, nel quale appare l’immagine del Santo Padre con modalità, tipicamente commerciali, ritenute lesive non soltanto della dignità del Papa e della Chiesa Cattolica, ma anche della sensibilità dei credenti».

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