A Londra su discute sul futuro della Rete

Oltre 60 paesi alla Conferenza Internazionale del Cyberspazio. Criminalità on line, ma anche garanzia della libertà di espressione al centro del dibattito

In poco più di un decennio ha rivoluzionato il modo in cui molti di noi vivono e lavorano. È il Cyberspazio, l’arena virtuale che se nel 1995 contava 16 milioni di internauti oggi ne registra quasi 2 miliardi. Uno sviluppo rapidissimo che ha portato con sé nuove opportunità sociali ed economiche, ma anche nuovi rischi. Di questo si discute in questi giorni al Queen Elizabeth Conferenze Centre di Londra. In programma la Conferenza Internazionale del Cyberspazio. Una due giorni, aperta ieri dal ministro degli Esteri britannico William Hague, che riunisce uomini di governo, dirigenti di aziende hi-tech (tra i quali anche Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, Joanna Shields, presidente di Facebook e Brad Johnson, vicepresidente di Cisco) e attivisti provenienti da 60 paesi. Al centro del dibattito le minacce alla sicurezza e la criminalità su Internet, la necessità di un cyberspazio sicuro nel quale però non siano soffocate le opportunità economiche e le libertà di parola. «La libertà di espressione è il cuore del problema circa il futuro del cyberspazio» ha dichiarato Hague all’apertura dei lavori, aggiungendo come «dobbiamo sperare in un avvenire in cui Internet non sia più soffocato dal controllo degli stati e della censura, ma dove prosperino l’innovazione e la competizione e gli investimenti e lo spirito di iniziativa siano ripagati».

Cinque i temi da sviluppare:» la crescita economica e lo sviluppo» i benefici sociali» la cyber criminalità» l’accesso sicuro e affidabile» la sicurezza internazionale

Dal dibattito la creazione della ‘London Agenda’, un piano internazionale atto a realizzare il pieno potenziale del cyberspazio.

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