Expo 2015: dagli sceicchi il cibo per la mente

I padiglioni del Medio Oriente raccontano la commistione tra una cultura millenaria e le enormi risorse economiche offerte dal petrolio. Con una sorpresa: gli Emirati Arabi Uniti sono tra i capofila nella ricerca per le energie rinnovabili e la riduzione della CO2

C’erano una volta le oasi, favolose mete di approdo per i viaggiatori del deserto. Oggi invece il Medio Oriente si propone come un paradiso della ricerca scientifica. Capofila della regione sono gli Emirati Arabi Uniti che al centro del loro padiglione, delle dimensioni di 4.386 metri quadri e ispirato a un prisma, propongono il concetto del “cibo per la mente”: perché gli alimenti devono sì nutrire, ma in modo sostenibile e sicuro.

Anche in uno dei Paesi membri dell’Opec, infatti, è forte l’interesse per le energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. A raccontare gli ultimi risultati è un “falaj” digitale, uno schermo lungo 75 metri che ricorda gli antichi canali idrici locali.

A dominare sono i colori della sabbia che richiamano gli altri stand della regione: dall’Arabia Saudita con i suoi gustosi datteri al Kuwait da millenni a caccia dell’acqua (è uno dei pionieri nel campo della desalinizzazione), fino agli aridi Qatar e Oman. Senza dimenticare l’Iran, culla dell’allevamento e dell’agricoltura già 6 mila anni fa, che oggi punta a diventare il quarto Paese al mondo nell’offerta di prodotti agricoli.

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