Buona scuola: ecco che cosa cambia in 8 punti

Dopo la fiducia al Senato manca solo l'ultimo passaggio e la riforma diventerà realtà: le novità per studenti, professori e presidi

Con 159 voti a favore e 12 no, la Buona Scuola ha ottenuto la fiducia al Senato e si prepara a diventare legge dopo l’ultimo passaggio alla Camera (7 luglio). A parte le 107 mila assunzioni promesse (52 subito in campo nelle cattedre vacanti e per il turnover, in attesa di un altro concorsone da 60 mila posti)), che cosa cambia per studenti, progessori e presidi? Scopriamo a partire da tanti nuovi termini come school bonus.

LA RIFORMA IN 9 PUNTI:

– AUTONOMIA SCOLASTICA: si completa il processo avviato da anni dando ai dirigenti maggiori strumenti ai dirigenti delle scuole per chiedere e gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Novità anche sul fronte dell’organico che sarà “potenziato” per coprire supplemenze e cattedre vacanti. Alle elementari si chiede di potenziare inglese, musica ed educazione motoria. Le scuole medie rafforzeranno lo studio delle lingue straniere e l’educazione ambientale. Alle superiori più iinsegnamenti in lunga straniera e focus sulle competenze logico-matematiche.

– VALUTAZIONE DEI DOCENTI: i docenti saranno valutati da un’apposita commissione che vede aumentato da due a tre il numero degli insegnanti, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto oltre a un componente esterno scelto dall’Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici. A completare la composizione due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione. Per premiare il merito ci sarà un fondo da 200 milioni all’anno.

– SUPER PRESIDE: diventa più rilevante il ruolo dei presidi che dovranno promuovere il pof, scegliere i docenti più competenti e assegnare le supplenze fino a 10 giorni.

– VALUTAZIONE DEI PRESIDI: a fronte di queste responsabilità, ci sarà una valutazione triennale dei presidi da parte degli ispettori. Tra i criteri di giudizio il perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio scolastico, lee competenze gestionali e organizzative, la valorizzazione dell’impegno e dei meriti professionali, l’apprezzamento del proprio operato all’interno della comunità, sul contributo al successo degli studenti e sulla direzione della scuola.

– NUMERO STUDENTI: i presidi possono ridurre il numero di studenti per classe, anche in rapporto alle esigenze formative degli alunni con disabilità.

– SCHOOL BONUS: con lo school bonus, chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi (fino a 100 mila euro). Scatta inoltre la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie (fino a 400 euro l’anno) quando i figli frequentano una scuola paritaria.

– NUOVE CARD: la riforma introduce anche una carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti. Si tratta di un voucher di cinquecento euro all’anno da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l’ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e viene previsto per la prima volta uno stanziamento strutturale: 40 milioni di euro all’anno. Si prevede, poi, il potenziamento della Carta dello Studente per rendere possibile l’accesso a programmi relativi a beni e servizi di natura culturale.

– ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO: gli istituti tecnici e professionali offriranno agli studenti almeno quattrocento ore nell’ultimo triennio di attività da svolgere in azienda o presso strutture pubbliche che potranno essere svolte anche nei periodi di sospensione delle attività didattiche. Nei licei le ore di alternanza scuola-lavoro saranno almeno duecento.

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