Ktm Gt 2016, vado di fretta

Con la nuova nata, la casa austriaca inaugura la versione da viaggio della Super Duke 1290: un'altra sfida che si annuncia vincente nel processo di trasformazione del marchio re dell'offroad

Ktm ha completato, possiamo ben dirlo, la sua metamorfosi. Da marchio specializzato in offroad, amato e venerato dagli appassionati duri e puri, è cresciuto sino a conquistare un pubblico sempre più ampio: è del 2014 il record di vendite che sfiora le 160 mila unità. Per crescere, oltre all’alta qualità delle moto, a Mattighofen devono diversificare in cerca di nuovi pubblici e ormai da tempo si rincorrevano voci di corridoio sulla versione da viaggio della “bestia” Super Duke 1290. Al Salone di Milano finalmente questa Gt ha fatto il suo esordio per poi arrivare nei concessionari dalla primavera del 2016 a un prezzo, verosimilmente, poco sotto i 20 mila euro.

Qual è l’unico difetto di moto divertenti come la Super Duke 1290? Il raggio d’azione limitato alla scampagnata domenicale o alla giornata in pista. Occorre essere davvero coriacei per avventurarcisi in un viaggio che preveda lunghi tratti di autostrada e magari con la fidanzata al seguito. Ecco spiegato il perché di questa fun tourer. Basta aggiungere la sigla Gt e il gioco è fatto: stesso divertimento (o quasi) e molta, molta versatilità in più. La Super Duke Gt – pur non attaccando frontalmente Gs o Multistrada – punta a un pubblico elevato offrendo quanto di meglio Ktm ha da proporre. Il bicilindrico Lc8 (da 1.301 cc) è stato rivisto – anche nelle mappe – per ottenere un carattere ancora più dolce e senza spigoli e rientrare nella normativa Euro 4. Ma, soprattutto, troviamo chicche come il cambio quick shift, le sospensioni Wp semi attive e il sistema combinato tra controllo di trazione e C-Abs (entrambi settabili su quattro posizioni).

La sigla Gt assicura molta versatilità

a un modello riservato finora alle

scampagnate o alle giornate in pista

Ci sono poi optional che puntano ancora più in alto come l’Msr, per gestire la strabordante coppia motore in fase di rilascio, e un controllo di partenza in salita denominato Hill-Hold Control. Come da tendenza del mercato i modelli più alti in gamma, di cui questa Gt fa parte di diritto, cercano di coniugare al meglio le esigenze più dinamiche come potenza, coppia, maneggevolezza volte a soddisfare per lo più il piacere di guida con quelle più legate alla sicurezza, tema ormai e finalmente caro ai motociclisti. Dal punto di vista del design, questa Gt è tagliata con l’ascia. Sembra quasi solamente sbozzata, volutamente grezza. Come spesso le due ruote della Casa austriaca da lontano sembrano grossolane ma più ci si avvicina più i dettagli, anche di gusto e di stile, emergono e si fanno apprezzare.

Tutto ciò che è estetica, però, sempre si fonde con esigenze tecniche. Guardate ad esempio il telaio arancio che imbriglia il bicilindrico, o il telaietto in alluminio lungo e nero ora capace di sostenere (oltre al passeggero) anche le doppie valigie. Adagiata sul telaio in alluminio, c’è la nuova sella più ampia e morbida, studiata per garantire il miglior comfort di marcia sui percorsi medio-lunghi. La vocazione turistica si conferma nella posizione di guida leggermente più caricata sull’anteriore, nella presenza di un abbondante cupolino regolabile e in particolari come le manopole riscaldate e il cruise control di serie.

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