Baby Suv alla riscossa

Più grintose e capienti di una city car, ma decisamente più compatte delle loro cugine ipertrofiche senza rinunciare al comfort. Ecco perché piacciono quasi a tutti e l’offerta di nuovi modelli continua ad aumentare

Il loro successo nasce da una considerazione un po’ brutale: perché pagare a caro prezzo quintali di lamiere inutili? Se lo sono chiesto tutti gli automobilisti prima di puntare su una baby Suv, versione vitaminizzata delle city car con una lunghezza di poco superiore ai quattro metri. Ce ne sono per tutti i prezzi e tutti i gusti, dato che l’offerta di nuovi modelli continua ad aumentare, e anche le motorizzazioni sono le più disparate, dal caro vecchio gasolio all’elettrico, passando per ibride di ogni genere. Il motivo di tanto successo, sano risparmio a parte, è presto detto: queste auto sono ideali per donne e uomini, giovani e anziani, single e sposati e se la cavano alla grande per il tempo libero, portare i figli a scuola, andare in palestra, fare lo shopping…

La parola magica, insomma, è versatilità, un concetto che grazie alle dimensioni ragionevoli si concretizza anche nel potersi infilare in parcheggi negati alle cugine ipertrofiche. Il tutto senza dover rinunciare neppure a un grammo di comfort. Lo dimostra chiaramente la Ds 3 Crossback che, per esempio, può essere equipaggiata con la funzionalità che consente di usare come chiave lo smartphone e offre un livello 2 di guida autonoma. Ciò significa, in concreto, che l’auto mantiene da sola la distanza dal veicolo che la precede e resta autonomamente all’interno della propria carreggiata. Una volta arrivati a destinazione, poi, potete scordare sterzo, freno e acceleratore perché la piccola di casa Ds si parcheggia da sola. Sempre in tema di raffinatezze, le maniglie sono a scomparsa e si fanno vedere solo quando uno degli i-phone abilitati (fino a cinque) si avvicina alle portiere. Per quanto riguarda i motori, quelli più equilibrati sotto il profilo del rapporto tra consumi e prestazioni sono il tre cilindri a benzina da 130 cavalli e il turbodiesel quattro cilindri di uguale potenza. E c’è anche la versione elettrica, prezzi da 26 mila a 44.200 euro.

Se la linea che mostra i muscoli della Ds la rende ideale per un battagliero single, il bagagliaio degno di nota della Ford Puma, a detta del costruttore il più ampio della categoria, strizza l’occhio a chi ormai tiene famiglia. È un’ibrida “mild” che recupera energia nelle fasi di decelerazione e fornisce un aiutino al motore termico (a benzina, da 125 a 155 cavalli, ma può essere a benzina, anche da 200 cv, o a gasolio) quando si accelera. La nuova Puma è disponibile anche nella versione con cambio automatico a doppia frizione, ideale per diminuire lo stress della guida in città. Chi la sceglie farà bene a mettere in preventivo anche la cifra richiesta per la versione Titanium X, che ha di serie preziosità come i sedili con funzione massaggio, un impianto audio da 575 watt e la ricarica wireless. Listino da 21 mila a 33.500 euro.

Se, poi, siete tra quelli che ogni tanto si regalano un’escursione in fuoristrada ecco la Jeep Renegade 4Xe, un’ibrida plug-in spinta da un motore turbo a benzina da 1.300 centimetri cubi e da un propulsore elettrico da 60 cavalli per un totale, a seconda delle versioni, di 190 o 240 cavalli. Tra le caratteristiche salienti di questa trazione integrale c’è la possibilità di viaggiare in modalità full electric per una cinquantina di chilometri con una velocità massima di 130 all’ora, ma anche uno scatto che non ti aspetti: per accelerare da zero a 100 all’ora bastano circa sette secondi. Meno reattivi, invece, i tempi di ricarica dato che per quella rapida ci vogliono un paio d’ore e per quella completa 3,5 ore. I prezzi variano tra i 38.500 e i 41 mila euro con una garanzia di otto anni sulle batterie.

Punta soprattutto sulle prestazioni esuberanti, invece, l’Audi Sq2 (52.250 euro), la versione sportiva della Suv formato mini della casa dei quattro anelli. Il suo due litri a benzina eroga infatti la bellezza di 300 cavalli che si traducono in una punta velocistica (autolimitata) di 250 chilometri orari e nei 4,8 secondi che bastano per completare la classica prova di accelerazione con partenza da fermo. La trazione è integrale, l’assetto ribassato, il cambio a doppia frizione e sette rapporti mentre i freni possono contare su dischi da 340 millimetri all’anteriore e 310 millimetri dietro. Chiaro, no? Questa è una stradista di razza purissima destinata a chi ha il Castrol nelle vene e ostenta lo stile racing sia fuori, con spoiler, minigonne e due terminali di scarico, sia dentro con il volante sportivo tagliato in basso, sedili contenitivi e una strumentazione che già da sola fa venire voglia di darci dentro con l’acceleratore.

Meno muscoli ma comunque tanta sostanza per una baby Suv in salsa francese come la Peugeot 2008 (listino da 22.200 a 43.950 euro) da scegliere con un tricilindrico a benzina o con uno dei silenziosissimi turbodiesel. Un consiglio: portatevi in garage la versione base e non tanto per motivi economici quanto perché è l’unica con gli strumenti a lancette che nell’era della digitalizzazione spinta all’estrema danno un tocco classico che fa la differenza agli occhi di chi se ne intende. Dedicata ai palati automobilisticamente più fini un’altra francese, la Renault Captur ETech full hybrid (listino da 27.250 euro) che, secondo i dati della casa, grazie a due motori elettrici che supportano quello a benzina può percorrere in modalità elettrica fino all’80% dei tragitti in città. Non ci si può ricaricare alla spina, fatto che per chi non ha un box diventa secondario data la cronica carenza di centraline, ma si risparmia comunque fino al 40% del carburante, si ha diritto all’esenzione dal bollo e si ha via libera nei parcheggi con le strisce blu oltre che, naturalmente, nelle Ztl. Tanta roba, insomma, e siccome anche l’occhio vuole sua parte vale la pena di spezzare una lancia a favore dei designer che hanno dato forma alla Captur realizzando una carrozzeria che segue la moda evitandone però accuratamente gli eccessi più pacchiani.

Sulla stessa falsariga hanno lavorato gli stilisti di casa Opel per la Mokka, che nella versione elettrica garantisce un’autonomia di quasi 340 chilometri a patto che ci si vada piano con il riscaldamento o col condizionatore e si stia leggeri con il pedale del gas. Come dire che i 150 all’ora che si possono raggiungere in teoria spremendo fino in fondo i watt devono restare sulla carta, almeno se non si ha l’assoluta certezza di potersi abbeverare a una colonnina (listino da 22.250 a 40.250). Se, poi, siete alla ricerca di una piccola Suv smart cost il modello perfetto è la Kia Stonic, con prezzi a partire da 16.750 euro. Naturalmente la cifra sale se si desiderano raffinatezze come l’ibrido leggero da 100 cavalli o il cambio robotizzato. Meglio, quindi, abbandonare le velleità tecnologiche e puntare dritti sulla 1.200 che viene proposta anche nella versione a Gpl per un ulteriore risparmio protratto nel tempo.

Infine, un modello che sembra fatto apposta per movimentare una riunione di famiglia. È la Hyundai Kona (listino da 22 mila euro a 49.600) e l’oggetto del contendere è inevitabilmente questo: meglio sceglierla ibrida o elettrica dura e pura? Partiamo da un argomento a favore della seconda e più radicale soluzione che si concretizza in un’autonomia di più di 480 chilometri, mentre a mettere tutti d’accordo è senz’altro la connettività: l’auto si controlla con lo smartphone o con la voce ed è in grado, tra l’altro, di dare a chi la guida informazioni in tempo reale sul traffico o sulla disponibilità di parcheggi nelle vicinanze. E se al conclave partecipa anche lo zio smanettone non ci sono problemi. Ditegli che la Kona che funziona con le batterie ha 204 cavalli. Lui sulle prime non ci crederà, ma che volete farci? In fondo appartiene anche lui all’era dei combustibili fossili…

Articolo pubblicato su Business People, luglio-agosto 2021

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