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Lavoro

Un neolaureato su quattro è disoccupato

Secondo un rapporto AlmaLaurea, il titolo di ‘dottore’ rappresenta un vantaggio competitivo, ma solo dopo cinque anni dal suo conseguimento. Oggi meno del 30% dei 19enni italiani si iscrive all’Università

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Sono i giovani a pagare, per primi, il prezzo della crisi economica. Lo dimostra il sedicesimo rapporto AlmaLaurea, condotto su 450 mila laureati post-riforma scolastica usciti dai 64 atenei appartenenti al consorzio: stando ai dati (vai al rapporto on line), se nel 2013 nell’Ue il tasso di disoccupazione è stato pari al 10,9%, in Italia la percentuale è del 13%, ma diventa del 28% se si considerano solo gli under 29.

STUDIARE DI PIÙ PAGA? Il fatto di possedere una laurea è un vantaggio, ma non immediato. Solo infatti a cinque anni della laurea, il certificato porta i suoi frutti, permettendo un lavoro più stabile e meglio retribuito. Nell’immediato, invece, l’inserimento nel mondo del lavoro resta difficile: nel giro dell’ultimo anno, tra i neolaureati il tasso di disoccupazione è cresciuto dal 23% al 26,5% per chi possiede una laurea triennale; dal 21,5% al 23% per i possessori di una laurea magistrale. Schizza infine dal 21% al 25% il tasso di disoccupazione per i neolaureati magistrali a ciclo unico (medicina, veterinaria, architettura, giurisprudenza…). Quanto alla retribuzione, la contrazione è del 5% per i triennali, del 3% per i magistrali e del 6% per il ciclo unico. In media, dunque, lo stipendio si attesta sui mille euro mensili netti. Inoltre nel 2013 il lavoro nero ha coinvolto l’8% dei laureati, il 9% dei neolaureati magistrali e il 13% di quelli a ciclo unico. Cresce, infine, il fenomeno dell’abbandono degli studi: meno del 30% dei 19enni dichiara di volersi iscrivere all’Università.