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Uber pronta a pagare ai taxi una tassa sulla liberalizzazione

L’azienda si dice disposta a contribuire a un fondo di compensazione per il calo di valore delle licenze. Basterà per scardinare la lobby delle auto bianche?

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Uber è pronta a pagare ai taxi una tassa per la liberalizzazione del mercato. Cioè a contribuire all’istituzione di un fondo per compensare i tassisti per la perdita di valore delle loro licenze, secondo la proposta dell’Antitrust. Lo annuncia Carlo Tursi, n.1 italiano dell’azienda a Repubblica: se si abolissero le limitazioni territoriali che bloccano il mercato Ncc equiparandoli ai taxi, Uber si renderebbe protagonista delle compensazioni nei confronti dei titolari delle licenze delle auto bianche, del valore di circa 200 mila euro: «Noi siamo disposti a fare la nostra parte se i nuovi servizi di mobilità verranno resi accessibili in Italia, nell’interese dei cittadini».

Qualcosa di simile si è verificato già in Australia e Messico, dove Uber versa l’1,5% di ogni corsa a un fondo speciale. La proposta verrà fatto martedì 21 marzo, quando l’azienda sarà convocata a un tavolo ministeriale insieme all’app MyTaxi, e a 48 ore dal nuovo sciopero dei taxi (anche se alcune sigle sindacali stanno aperto alla proposta anche se con regole più rigide). «Volevamo proporre loro delle forme di collaborazione, in molti Paesi Uber è anche una piattaforma per prenotare i taxi», conclude Tursi.