Il lavoro rende meno della ricchezza. E aumentano le disuguaglianze

La denuncia Oxfam: la nuova ricchezza va tutta all'1% della popolazione. Ad accrescere il divario tra abbienti e poveri è il lavoro sottopagato

Le disuguaglianze aumentano perché il lavoro non paga. La denuncia arriva dall’ong Oxfam in occasione della tavola rotonda organizzata dal World Economic Forum di Davos sul tema Creare un futuro condiviso in un mondo frammentato. Le disuguaglianze tra ricchi e poveri restano enormi e, anzi, si ampliano. Perché quasi tutta la nuova ricchezza (l’82% tra marzo 2016 e marzo 2017) finisce nelle mani dell’1% della popolazione. Ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri. E nemmeno un centesimo, invece, è finito alla metà più povera del pianeta, che conta 3,7 miliardi di persone.

Le disuguaglianze aumentano perché il lavoro non paga

I dati sulle disuguaglianze sono racconti nel report Ricompensare il lavoro, non la ricchezza, elaborati sui dati Credit Suisse tenendo conto di nuove informazioni che arrivano sui nuovi ricchi di Russia, Cina e India. Proprio sul tema del lavoro precario e sottopagato si gioca la partita delle disuguaglianze. Basta dire che il lavoro viene pagato meno della ricchezza.

Nel solo settore della moda, gli azionisti dei cinque principali “marchi” hanno riscosso nel 2016 dividendi per 2,2 miliardi di dollari: basterebbe un terzo di questa cifra per garantire un salario dignitoso a 2,5 milioni di vietnamiti che lavorano nello stesso settore, producendo i loro capi. Allo stesso modo, in molte compagnie Usa un giorno di stipendio di un a.d. vale quanto un anno di lavoro di un dipendente della stessa azienda.

Le disuguaglianze in Italia

Le disuguaglianze in Italia secondo lo stesso andamento. A metà 2017, il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta. Il secondo quinto ha in capo il 18,8%. Al restante 60% più povero va appena il 14,8% della ricchezza nazionale. E l’1% più ricco possiede 240 volte quello che ha il 20% più povero. Il divario cresce. Nel periodo 2006-2016 la quota di reddito nazionale disponibile lordo del 10% più povero degli italiani è diminuita del 28%, mentre oltre il 40% dell’incremento di reddito complessivo registrato nello stesso periodo è andato al 20% dei percettori di reddito più elevato. E al nostro Paese va il 20esimo posto su 28 per la disuguaglianza di reddito disponibile.

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