I top manager guadagnano 36 volte lo stipendio dei dipendenti

È l’export a trainare i grandi gruppi italiani: a fare la differenza sono soprattutto i privati e la manifattura. Tutti i dati dello studio R&S Mediobanca sui grandi gruppi italiani

Manifattura, privati ed export: sono questi i tre elementi trainanti l’industria dei grandi gruppi italiani, come illustrato dalla 40esima edizione della ricerca di R&S Mediobanca. Stando infatti all’analisi, nel 2014 il fatturato della grande industria è calato del -1,5% rispetto al 2013. A influire sarebbe proprio il calo del -7,4% accusato in Italia che non viene compensato dal +1,4% registrato invece all’estero. E ancora: la manifattura, territorio delle attività private, è la sola a registrate un +5,4% mentre servizi ed energetico, dove si concentra l’attività pubblica, calano rispettivamente del -6,2% e -4,9%.

PUBBLICO-PRIVATO. La differenza tra pubblico e privato emerge con forza soprattutto se si considera l’export: da qui proviene il 60% del fatturato dei gruppi pubblici, con una redditività del 5,6%, mentre i big privati sfiorano l’80% (79%) con una redditività del 11,1%. In particolare il manifatturiero privato performa al 91% l’estero, con redditività all’14,3%: i mercati più redditizi sono Nord America (+10,9) e Far East (+6%) mentre in Italia i privati del manifatturiero accusano un calo del fatturato dello -0,6%.

L’analisi passa poi al setaccio i Top 50 gruppi italiani, campioni di vendite. Al primo posto Aurelia (+23,5%), seguito da Moncler (+19,4%), Fincantieri (+15,4%) e Brembo (+15,1%). Il migliore gruppo di servizi privato è invece DeAgostini, che vende all’estero il 54% (grazie a Igt).

STIPENDI. Quest’anno, infine, l’analisi dedicava due focus sulla composizione dei consigli e sugli stipendi dei Ceo. Ne è emerso che i membri dei consigli hanno un’età media di 58 anni e le quote rosa si fermano al 26%. La realtà più virtuosa è la Camera dei deputati: i suoi membri hanno 46 anni e le donne rappresentano addirittura il 31% del totale. Il board più attempato è invece quello di Ferragamo dove l’età media è di 63 anni. Per quanto concerne gli stipendi, il Ceo nel 2014 ha guadagnato uno stipendio medio pari a 36 annualità di un lavoratore.

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