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Torna a casa, talento!

L’Agenzia delle Entrate a caccia di redditi stranieri con grosse riduzioni dell’imponibile o tasse forfettarie. Vantaggi anche per i manager che vengono dall’estero

Talenti, venite in Italia. Dietro questo appello c’è la strategia dell’Agenzia delle Entrate per attirare professionalità – e quindi redditi – stranieri nel nostro Paese grazie alla leva fiscale. Capacità intellettuali, menti innovatrici ma anche redditi a tanti zeri che però vanno attirati con pacchetti di agevolazioni ad hoc che sono state chiarite da una circolare apposita dell’agenzia.

IMPATRIATI, CERVELLI E NEO-RESIDENTI: TORNATE TALENTI

Ai cosiddetti “impatriati” – lavoratori dipendenti o autonomi, manager, lavoratori ad alta specializzazione e laureati – l’imponibilità del reddito da lavoro dipendente o autonomo prodotto in Italia è limitata al 50% del totale per cinque anni. Lo stesso regime vale per i manager distaccati nel Belpaese, a patto che abbiano la residenza fiscale. Di fatto, mezzo stipendio è esentasse per un quinquennio e il regime speciale vale anche per i manager distaccati, purché abbiano acquisito la residenza fiscale italiana.

Agevolazioni importanti sono previste anche per i cervelli di ritorno: per ricercatori e docenti, l’attività di insegnamento e ricerca sarà tassata solo al 10% per un quadriennio e sarà esclusa totalmente dall’Irap.

I “contro esodati” – ex residenti in Italia, poi trasferitisi all’estero e ritornati entro la fine del 2015 – possono scegliere un reddito imponibile al 20% per le donne e al 30% per gli uomini, fino al 2017.

Infine, c’è la flat tax per i neo-residenti con ingenti patrimoni: 100mila euro a forfait e 25mila euro per gli altri componenti del nucleo familiare garantiti per 15 anni.