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Attualità

La necessità di cambiare anche in caso di successo

Come le auto, anche le aziende hanno bisogno di una manutenzione costante per evitare che si “inceppino”. Ma come si inceppa un’azienda? I meccanismi spesso non sono ovvi…

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Spesso le aziende di cui mi occupo, soprattutto quelle sane e di successo, non hanno la percezione di dover cambiare. Eppure, i cambiamenti dovrebbero essere fatti quando le cose vanno bene, perché quando vanno male è troppo tardi. Non si hanno più tempo, risorse ed energie per cambiare.

Cambiamento, innovazione e guasti

Così come sappiamo di dover effettuare la manutenzione di auto o di attrezzature per evitare che si rompano, credo che anche le aziende abbiano bisogno di una manutenzione costante per evitare che si “inceppino”. Ma come si “inceppa” un’azienda? I meccanismi spesso non sono ovvi. Un’azienda può, ad esempio, perdere competitività o la sua immagine può essere danneggiata. Queste cose possono non essere sempre nitide ed evidenti al management.

Le aziende dovrebbero disporre di processi per valutare sé stesse su base continuativa. Dovrebbero puntare all’innovazione costante, e non solo nei loro processi fondamentali. Dovrebbero cercare di innovare ogni processo che supporti il business e passare da una visione dei costi a una visione di profitto. In questo nuovo modo di vedere sé stesse, le aziende non considerano più i dipartimenti marketing, finance, ICT, risorse umane, e così via, come costi. Al contrario, questi sono visti come “motori del business”. Iniettando innovazione a tutti i livelli, le aziende possono trovare nuova energia, nuova propulsione e nuovi modelli di business che possono aprire scenari mai considerati prima.

Perché allora sento spesso frasi come “siamo indietro”, “non siamo pronti” e “non siamo un’azienda della Silicon Valley”? Le aziende devono smettere di credere che l’innovazione sia solo per alcune aziende: quelle del settore aerospaziale, della ricerca genetica o altro. Devono invece iniziare a incorporare l’innovazione in ogni settore.

Il ruolo della trasformazione digitale

La trasformazione digitale è un potente catalizzatore di innovazione. Tuttavia, se non viene adeguatamente sfruttata, può anche essere una potente minaccia. Tra qualche anno, a parte alcune particolari nicchie di mercato, le aziende che non sono state in grado di trasformarsi digitalmente scompariranno. Saranno troppo lente, troppo costose e troppo poco flessibili per rispondere alle esigenze del mercato.

Chi ha vissuto gli anni ’90 da adulto si rende conto di quanto la trasformazione digitale e la velocità di espansione del web abbiano cambiato radicalmente i modelli di business delle aziende. Internet non è una moda, è un mondo nuovo che ha decretato il successo o l’insuccesso di molte aziende – e continuerà a farlo.

Allo stesso modo, Big Data, IoT, intelligenza artificiale e blockchain non sono mode. Queste tecnologie esistono e coloro che sapranno adottarle rapidamente, sfruttandone appieno il potenziale, saranno i leader. Il resto saranno follower. Le aziende che sapranno diventare data-driven saranno in grado di sfruttare l’immenso valore dei dati interni ed esterni, disponendo così di strumenti raffinati ed evoluti che potranno portare loro un vantaggio competitivo importante.

Il bisogno di immaginazione

Innovare significa non solo utilizzare nuove tecnologie ma soprattutto immaginare e inventare nuove possibilità. Il vero segreto della trasformazione digitale è semplicemente fare cose che prima non si potevano fare. La tecnologia permette la trasformazione globale di competenze, processi, mercati e modelli di business. La prima domanda da porsi non è “come posso farlo?”, ma “cosa posso fare?”

La seconda domanda è come affrontare la disillusione di chi ha provato, ma non ha trovato quello che si aspettava da queste nuove tecnologie. Personalmente, mi sento di dare alcuni suggerimenti:

  1. Le tecnologie abilitanti sono scienza, non magia. Bisogna lavorare attraverso la sperimentazione e l’adozione in modo strutturato e scientifico.

  2. La tecnologia può dare valore solo se è correttamente valutata rispetto alle aspettative del business e alla natura della tecnologia scelta. In altre parole, ogni volta è necessario lo strumento giusto e la metodologia giusta per ogni esigenza.

  3. Il processo di adozione di una nuova tecnologia deve coinvolgere le persone. Ciò potrebbe significare sviluppare corsi di formazione sulla massimizzazione del valore dell’intersezione tra azienda e tecnologia. Questo innesca un circolo virtuoso tra tecnologia e persone, con un rafforzamento reciproco.

  4. Le tecnologie sono elementi abilitanti, tuttavia è altrettanto importante il modo in cui le si utilizza e le si adotta. Non c’è niente di peggio di un potente strumento non usato o usato male.

I benefici

Le ricerche di McKinsey suggeriscono che l’uso delle tecnologie digitali offre notevoli vantaggi. Ad esempio, i costi di manutenzione possono essere ridotti dal 10% al 40%, i costi di magazzino dal 20% al 50% e il time to market può essere accelerato fino al 50%.

Pensiamo ancora che non sia necessario cambiare anche quando si sta facendo bene?

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* Francesco Rainini è Digital Acceleration Leader di SAS

Credits Images:

Foto di Gerd Altmann da Pixabay