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Lifestyle

Prada? Made in… India, Giappone, Perù e Scozia

Parte il progetto della maison milanese a difesa dell’origine controllata dei suoi prodotti, non necessariamente italiani

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Prada applica il concetto di paese d’origine alla moda e lancia il progetto “PRADA Made in”. Ma non lo fa in difesa del Made in Italy, ma per esplicitare e sottolineare la provenienza di quattro delle sue produzioni da altrettanti angoli del mondo. Quindi PRADA Milano non più Made in Italy, quanto Made in… India, Giappone, Perù e Scozia.L’idea di Prada è che, esplicitando la provenienza dei prodotti, non necessariamente italiana, si elimini l’ipocrisi e si valorizzi il lavoro e l’artigianalità tout curt. Secondo la maison “sebbene l’85% delle merci del marchio vengono realizzate in stabilimenti italiani, affidarsi anche a artigiani internazionali non è qualcosa di cui vergognarsi”.“PRADA Made in Scozia”, è la collezione di kilt in tartan di lana prodotta dai laboratori scozzesi che ancora oggi usano le originali tecniche di tessitura e manifattura della lana.“PRADA Made in India”, è la collezione di abiti realizzata con la tecnica del Chikan, l’arte indiana, risalente addirittura al terzo secolo a.C., caratterizzata da motivi floreali in cotone applicati su tessuti leggeri. Ma è anche la linea di calzature e borse in pelle, realizzate con la plurisecolare tecnica indiana dell’intreccio su forme di legno.“PRADA Made in Japan”, è invece la collezione di jeans prodotti dal fabbricante giapponese Dova denim, il più sofisticato produttore di denim a livello mondiale.“PRADA made in Perù” è, infine, la collezione di maglieria in lana di alpaca realizzata con le tradizionali tecniche artigianali peruviane.Questo è quindi un progetto in difesa del Made in Prada, atto a garantire l’originalità stilistica e manifatturiera dei prodotti Prada, indipendentemente dall’effettivo luogo di produzione. E la difesa del Made In Italy? Nel sempre più globalizzato mondo della moda non è più l’interesse principale.