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Lifestyle

Il golf e la pratica

Qualche idea per preparare corpo e mente per l’inizio della stagione golfisitca ormai alle porte

Lo stile di vita attuale è certamente legato alla cultura dello stare e del sentirsi bene e, in questa prospettiva, la pratica sportiva gioca un ruolo importante come, del resto, fin dall’antichità ci veniva insegnato: mens sana in corpore sano. Il golf, mix di tecnica, capacità fisiche e mentali, è, in questo senso, perfetto perché invita a una esperienza fatta di sensazioni e situazioni di grande piacere, impegno e, nonostante le alterne fortune sui green, di vera soddisfazione. Nel golf, infatti, visto spesso come un’attività che di sportivo ha poco, sono indiscutibili le componenti fisico-atletiche sia nello swing che nel gioco in senso più pieno. Certamente si tratta di uno sport molto particolare, essendo praticabile in un modo che si può definire personalizzabile: se da un lato, infatti, a livello agonistico l’aspetto atletico è sollecitato in misura assoluta e il personal trainer è ormai una figura imprescindibile per il professionista di torneo, dall’altro per i “giocatori della domenica” vi è la possibilità di seguire ritmi e intensità commisurati alle proprie caratteristiche, attitudini ed obiettivi. Gli 8-9 km di attività aerobica in un giro di 18 buche generano un effetto positivo in termini di impegno (equilibrato e dolce) del sistema cardiocircolatorio, comportano un consumo fino a 1.200/1.500 calorie e richiedono una buona dose di resistenza e concentrazione. Lo swing d’altro canto è un movimento di coordinazione, forza e flessibilità. Per questi motivi, costruirsi una buona condizione fisica prima di riprendere ad affrontare il campo ed il primo vero tee-shot dell’anno è importante.

COME PREPARARSI

Lo swing è un movimento che, nella sua complessità, attiva diversi muscoli e parti del corpo (braccia, schiena, gambe, fianchi, tronco) che, muovendosi su piani diversi, solo se coordinati e ben allenati, portano al risultato atteso. È vero: nel golf, sport molto tecnico, il talento può talvolta compensare o venire in aiuto ma, in realtà, disporre di un po’ di forza e di una buona forma generale aiuta in termini di controllo, resistenza e precisione. Per i giocatori non professionisti sarebbe, quindi, molto importante in questo periodo di scarsa attività, trovare un po’ di spazio per migliorare (e poi mantenere) il livello di condizione fisica stando attenti, peraltro, alle proprie caratteristiche e attitudini. Non bisogna strafare ma è altrettanto importante ricordare che muscoli e articolazioni tonici e flessibili non solo rendono meglio in termini di minore dispendio di energie, di capacità di concentrazione e, alla fine, di colpi più precisi ma tendono a ridurre e ad evitare contratture e indolenzimenti. Alcuni concetti unanimemente riconosciuti portano l’attenzione, da un lato, a esercizi che migliorino il coordinamento tra i vari muscoli coinvolti nello swing, dall’altro allo sviluppo ed al potenziamento dei muscoli addominali e dorsali (stabilizzatori), fondamentali per consentire agli arti inferiori di esercitare la forza necessaria per rendere efficaci i colpi. Altro elemento che incide notevolmente sulla performance del golfista è la flessibilità di articolazioni e tendini che, unita ad un buon tono muscolare, può evitare l’usura che la ripetitività tipica del gesto può far insorgere: in tal senso, regolari esercizi di stretching sono molto utili non solo in ottica di prevenzione degli infortuni, ma anche di qualità di swing, migliorandone ampiezza e fluidità. Trattandosi di un tema relativo alla nostra salute, evidentemente non è il caso di improvvisare. Sul web e sulle riviste di settore le informazioni che si possono trovare riguardanti la preparazione sono numerose, ma sono solo il primo passo per un successivo vero approfondimento con un trainer professionista o presso le palestre che, sempre più spesso, presentano nel loro organico tecnici in grado di stilare un piano di fitness mirato sulle esigenze del golfista. Ricordiamo, infine, i nostri maestri, che, impegnati agonisticamente o nel loro percorso professionale, hanno sviluppato competenze in quest’area, e sono in grado di consigliarci opportunamente.

LA PRATICA

Ma nulla può sostituire la pratica, anche se troppo spesso si vedono giocatori che dopo due movimenti a vuoto si dirigono convinti verso il tee della 1. Altri entrano in campo pratica e iniziano a tirare colpi senza alcun riscaldamento. Due atteggiamenti che, oltre che compromettere gioco e pratica, possono far correre qualche rischio: anche il golf, infatti, richiede un pre-riscaldamento (con semplici esercizi di scioglimento e stretching per braccia, spalle, gambe, polsi, schiena) in grado di preparare muscoli e articolazioni per lo swing. Il periodo invernale quindi deve essere impiegato in giuste sessioni di pratica e in qualche lezione così da comprendere l’importanza di un buon riscaldamento abbinato ad un allenamento tecnico. È bene iniziare con approcci e mezzi colpi con sand, pitch e ferri corti in genere, passando gradualmente ai bastoni più lunghi e impegnativi, chiudendo con legni e driver. In realtà, i criteri con cui costruire la propria sessione di pratica sono diversi, dal tipo intensivo alla ricerca della precisione. L’importante è farla, la pratica. Interessante, visti i risultati, il sistema di Matteo Manassero che in una recente intervista spiegava come in campo pratica cerchi prevalentemente un riscaldamento di tipo fisico, non curandosi tanto del risultato dei suoi colpi salvo uno, l’ultimo, che effettua seguendo la routine e concentrandosi come fosse sul tee della 1. Potrebbe valere la pena di fare come lui.

LA MENTE

L’ultima parte, certamente non per importanza, su cui puntare per migliorarci è la componente mentale. I giocatori sanno che i risultati nel golf sono fatti all’ 80 % di psicologia e solo al 20 % di tecnica. Il controllo delle emozioni durante il gioco, la capacità di dimenticare velocemente i colpi sbagliati e le fasi negative che necessariamente intervengono nell’arco delle 4/5 ore di una partita sono elementi decisivi per un buon giro. Quello che spesso notiamo nei campioni è la capacità di riprendersi velocemente da un errore, apparentemente dimenticandolo. Senza pensare di essere come i campioni, ma sempre con l’idea di sfruttare il periodo invernale per aggiungere qualcosa alle proprie caratteristiche, possiamo approfondire questo tema così determinante, iniziando a conoscere (anche in questo caso le fonti, classiche e via web, sono facilmente accessibili) metodi e tecniche per migliorare la concentrazione, per mantenerla più a lungo nel corso della partita, per focalizzare l’attenzione e aumentare la fiducia nei nostri colpi!