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Lavoro

Problemi con il capo? Ecco 4 consigli per superarli

Critiche, malumori, discussioni: in alcuni casi il rapporto con il manager può essere difficile. I consigli delle esperte per gestire al meglio la situazione

A tutti – o quasi – sarà capitato di imbattersi nel corso della propria carriera in un capo ostile ed eccessivamente critico. O semplicemente di lavorare per una persona con cui non si riesce proprio ad andare d’accordo.

Secondo una ricerca condotta da Randstad, il 60% dei lavoratori statunitensi ha lasciato il proprio impiego o ha pensato di farlo a causa di un rapporto complicato con il supervisore. È una percentuale altissima che racconta di incomprensioni, malumori e infinite discussioni che ogni giorno si insinuano nei nostri uffici, tra una scrivania e l’altra.

Riuscire a gestire un rapporto problematico con il proprio capo è un’abilità che ogni lavoratore dovrebbe imparare a sviluppare, una competenza molto utile per crescere professionalmente. Lasciare il lavoro non è sempre la risposta giusta, soprattutto se si ama ciò che si fa e se l’azienda offre buone opportunità di carriera.

In una situazione di questo tipo quali strategie si possono mettere in atto? A rispondere a questa domanda ci hanno pensato Vicki Salemi e Lindsey Pollak, due esperte di risorse umane e crescita professionale, che in un recente articolo pubblicato su CNBC hanno condiviso quattro consigli per gestire un capo ostile.

Studia le sue abitudini

Spesso alla base di una relazione complicata ci sono delle differenze caratteriali e di personalità: in questo caso diventa fondamentale analizzare le abitudini del tuo referente e riuscire a evitare i motivi di frizione in ufficio.

Se non ama le mail lunghe prova a scrivergli messaggi brevi e diretti, se non è un tipo mattiniero evita di tempestarlo di domande appena entrato in ufficio, se è un amante dei dettagli cura con più attenzione i documenti su cui lavori. “Diventa il principale esperto mondiale del tuo capo“, per usare le parole di Pollak, ma senza apparire troppo accondiscendente: soprattutto se si ha a che fare con un micromanager – maniaco del controllo e ipercritico – è importante andare incontro alle sue esigenze senza però darlo a vedere.

Parlane con i colleghi

Il confronto con altre persone che hanno vissuto la tua stessa situazione può essere di grande aiuto: può permetterti di trovare una soluzione che non avevi considerato e in ogni caso ti darà sollievo dalle ansie e dallo stress accumulati.

Può trattarsi di amici e conoscenti che lavorano in altre realtà simili alla tua o di colleghi che hanno già avuto a che fare con il tuo supervisore. Soprattutto in questo caso, bisogna scegliere il modo giusto di parlarne: meglio evitare recriminazioni e lamentele e porre la questione in termini positivi, chiedendo consigli per riuscire a collaborare al meglio con lui.

Affronta il tuo capo

Se le parole dei colleghi non bastano, meglio prendere di petto la situazione e confrontarsi direttamente con il proprio manager. Anche in questo caso nel modo giusto: non iniziare il discorso sollevando problemi o riconoscendo le tue difficoltà in modo troppo diretto o vittimistico.

Il suggerimento di Salemi e Pollak è quello di affrontare il problema in termini proattivi e positivi: meglio rivolgersi al capo con un “vorrei essere sicuro di soddisfare al meglio le tue esigenze ed essere il più produttivo possibile. C’è qualcosa che posso fare diversamente?”. Il tuo manager potrebbe sentirsi più a suo agio e premiare il tuo desiderio di crescita professionale.

Lavora a un piano B

In alcuni casi tutti i tuoi sforzi per dare un nuovo verso a un rapporto conflittuale possono rivelarsi inefficaci o comunque insufficienti. E a questo punto – anche se a malincuore – devi lavorare a un piano B, soprattutto se i conflitti con il tuo referente mettono a repentaglio la tua crescita professionale.

Cercare un nuovo lavoro ti aiuterà anche a inquadrare il problema da un’altra angolatura e a pensare che quella che stai vivendo è una situazione solo temporanea.Certo occorrono costanza e impegno: cercare un’occupazione quando si è già molto impegnati non è facile, ma in alcuni casi può essere la scelta più giusta.

Con le dovute differenze però: come ricordano le due autrici, bisogna distinguere un manager troppo puntiglioso da un capo maleducato o addirittura offensivo. In questo caso – se possibile – è opportuno segnalare la cosa a un responsabile delle risorse umane, premunendosi di raccogliere email e altri documenti che possano comprovare questi atteggiamenti inappropriati.

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©Photo by rawpixel on Pixabay