Connettiti con noi

Lavoro

Gender equality: uomini ottimisti, le donne no

Una professionista su due reclama una maggiore uguaglianza retributiva

Nessuna festa in vista causa Coronavirus, ma l’8 marzo ricorre la festa della donna e per l’occasione Hays – società di recruitment specializzato – pubblica i risultati di un sondaggio condotto su oltre 1.300 professionisti per indagare la loro percezione sul tema gender equality e lavoro. Per il secondo anno consecutivo, la survey ha rilevato che gli uomini hanno maggiori probabilità di credere che il proprio datore di lavoro si impegni a promuovere la parità di genere in ambito professionale. Nonostante un lieve miglioramento rispetto allo scorso anno, sembra che ci sia ancora parecchia strada da fare per abbattere le barriere all’uguaglianza di genere sul posto di lavoro.

Complessivamente, quasi un intervistato su tre (29%) afferma che il proprio datore di lavoro non è pienamente impegnato nel raggiungere la gender equality. Un incoraggiante 53%, invece, si dichiara positivo sul tema, in crescita di 8 punti percentuali rispetto al 2019. Analizzando i risultati per genere, però, emerge che il 37% delle donne ritiene scarso l’impegno del datore di lavoro in questo ambito, contro il solo 21% degli uomini. Il 45% delle professioniste, invece, ritiene che il proprio datore di lavoro promuova pari condizioni di trattamento, contro il 60% della controparte maschile.

A coloro che hanno dichiarato insufficiente l’impegno del datore di lavoro nel raggiungimento della gender equality, Hays ha chiesto quali sono le possibili aree di miglioramento: il 31% del campione totale ha indicato le pari opportunità di crescita professionale, seguite da uguaglianza retributiva (25%), politiche di flessibilità lavorativa (17%) e formazione per creare maggiore consapevolezza sul tema (14%). Dividendo nuovamente il campione tra uomini e donne, è interessante notare come il 55% delle professioniste abbia indicato la parità retributiva come condizione fondamentale per raggiungere la gender equality, contro il solo 26% dei colleghi maschi. Inoltre, il 46% degli uomini ha dato priorità alle pari opportunità di crescita professionale, a fronte di un più esiguo 28% della controparte femminile. Agli intervistati che, invece, hanno giudicato positivo l’impegno del proprio datore di lavoro, è stato chiesto quali fossero le aree in cui si riscontra maggiore attenzione: emergono le pari opportunità di crescita professionale (31%), seguite dalle politiche di flessibilità lavorativa (22%) e dalla parità retributiva (21%). In questo caso, analizzando i risultati per genere, le opinioni di uomini e donne coincidono.

Credits Images:

Foto di Gerd Altmann da Pixabay