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Netflix: 45 nuovi titoli italiani tra il 2022 e il 2023

Eleonora Andreatta, Vice President, Italian Language Originals del gruppo, racconta gli ultimi progetti: “Utilizzeremo soprattutto il formato dei 50 minuti, ma verrà declinato a seconda delle esigenze narrative”

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Le nuove storie italiane di Netflix raccontano temi attuali, che si declinano anche nel period drama; antieroine e antieroi come protagonisti. Generi e mondi narrativi diversi, storie uniche e inediti punti di vista per rappresentare in maniera autentica l’Italia. Fatti realmente accaduti, Ip del patrimonio letterario italiano: così lo ha raccontato a Roma Eleonora Andreatta, Vice President, Italian Language Originals.

Nel 2022 ci saranno otto serie italiane, mentre nel 2023 si andrà a regime con 12 titoli. “Fra il 2022 e il 2023 ci saranno 45 titoli italiani, tra serie, film, documentari e stand up. Utilizzeremo soprattutto il formato dei 50 minuti, ma verrà declinato a seconda delle esigenze narrative”.

Quanto c’è della Andreatta Rai in Netflix? “Diciamo che posso fare in maniera più strutturale ciò che ho cercato di fare in Rai. Con uno sguardo sempre più internazionale”, ha spiegato la manager.

In mente, il pubblico dei giovani, ma anche i 30/40 e gli spettatori più anziani. “Quello che vogliamo fare è raccontare l’Italia fuori dagli stereotipi, vogliamo raccontare la sua grandezza, la sua ricchezza, le sue ombre e qual è il nostro posto nel mondo (più largo e più inclusivo) e portare il nostro racconto in 190 Paesi. È una sfida che vogliano affrontare con il mondo dei produttori e i talenti italiani”. L’obiettivo è quello di costruire “Uno storytelling più affascinante e dare voce all’immaginazione italiana”; raccontare “un’Italia più complessa, più ruvida, più multiculturale, di quello che è stato raccontato fino a oggi”. “Vogliamo aprire a dei temi urgenti”, ha spiegato, come la sessualità femminile, la maternità (è alle battute finali un nuovo progetto), il disagio giovanile. “I talenti spesso in Italia si lamentano perché non hanno ruoli controcorrente o non affrontano alcune tematiche, noi invece offriremo questo a loro e al pubblico”.

Netflix: i nuovi titoli italiani
  • Tutto chiede salvezza (Picomedia). Dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, è il racconto delle fragilità delle generazioni più giovani attraverso l’esperienza del trattamento sanitario obbligatorio. Diretta da Francesco Bruni (sceneggiatore con Daniele Mencarelli, Daniela Gambaro, Francesco Cenni). Nel cast, Federico Cesari.

  • Briganti (Fabula Pictures). Period drama ispirato a personaggi realmente esistiti nell’Italia postunitaria, raccontati dal punto di vista di alcune donne, Filomena, Michelina e Ciccilia. La storia è scritta dal collettivo Grams.

  • Lidia Poet/ working title (Groenlandia). Un light crime ambientato nella Torino del 1884 e dedicato alla prima avvocatessa in Italia, interpretata da Matilda De Angelis.. Le riprese partono il 20 settembre per la regia di Matteo Rovere e Letizia Lamartire. La serie è creata da Guido Iuculano e Davide Orsini.

  • Nemesis (Indigo Film). Serie creata da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sordo è uno dei titoli che mette al centro narrative antieroiche.

  • La vita bugiarda degli adulti (Fandango). Dall’omonimo libro di Elena Ferrante vede alla regia Valeria Golino. La serie è scritta da Laura Paolucci, Francesco Piccolo, Elena Ferrante ed Edeardo De Angelis.

Le nuove serie si uniscono ai titoli già annunciati e in vari stati di produzione, tra cui Luna Park, Guida astrologica per cuori infranti, Strappare lungo i bordi (la serie di animazione scritta e diretta da Zerocalcare), Incastrati e Fedeltà. Da non dimenticare la 5° stagione di Skam, confermata.

Inevitabile parlare di diritti (terreno di dibattito con i produttori soprattutto per la volontà degli Ott come Netflix di mantenere i diritti globali) e quote, tema caldo di questi mesi anche alla luce degli interventi della stessa Netflix. Il commento della manager: “C’è un tavolo in essere, abbiamo voglia di trovare soluzioni che da un punto di vista economico siano eque e dialoghiamo costantemente con i singoli produttori, anche per la loro autonomia artistica”.