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Flat tax, risparmi soprattutto per i single e per i più ricchi

L’ufficio studi del Consiglio nazionale dei Commercialisti ha provato a fare delle simulazioni, scoprendo benefici e punti deboli della misura

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È uno dei cavalli di battaglia del Governo M5S e Lega. Ma, a oggi, attorno alla flat tax esistono ancora molti dubbi. Nonostante la misura sia prevista nella Manovra 2019 e anche nel Def (Documento di economia e finanza) appena approvato, al momento non è chiaro se sia economicamente sostenibile e, in caso, come possa essere pagata. Nell’attesa che il Governo decida il da farsi, l’ufficio studi del Consiglio nazionale dei Commercialisti ha provato a fare delle simulazioni concrete per aiutare i cittadini a capire che cosa cambierebbe se stabilisse di procedere come ipotizzato fino a oggi: ossia se la flat tax fosse al 15% per i nuclei familiari che hanno reddito complessivo fino a 50.000 euro e se comportasse la rinuncia obbligatoria ai meccanismi di deduzioni e detrazioni tradizionali, offrendo però in cambio la possibilità di dedurre 3mila euro per ogni componente del nucleo nelle famiglie con reddito inferiore a 35.000 euro oppure 3mila euro per i componenti del nucleo fiscalmente a carico nelle famiglie con reddito complessivo sopra i 35.000 euro. Ebbene, stando a queste promesse, secondo i Commercialisti, i più avvantaggiati sarebbero i single con lavoro dipendente, che inizierebbero ad avere benefici rispetto al sistema tradizionale già sopra i 20.299 euro annui di reddito. La convenienza, ovviamente, salirebbe all’aumentare del reddito: si andrebbe da un “guadagno” (inteso come risparmio di tasse) di 969 euro con redditi di 25mila euro annui, fino a uno di 7.639 euro a 50mila euro annui.

La flat tax conviene alle famiglie bireddito?

Nel caso di famiglie monoreddito con due coniugi, di cui uno dipendente e l’altro a carico (quindi famiglia monoreddito), la flat tax sarebbe peggiorativa fino a 21.750 euro di reddito. Sopra questa soglia, si inizierebbe a guadagnare progressivamente, fino a superare i 7mila euro di beneficio con 50mila euro di redditi all’anno. E nel caso di nuclei monoreddito, con un coniuge e due figli a carico? In questo caso, la flat tax sarebbe ancora meno vantaggiosa. La fascia di convenienza del sistema ordinario, infatti, si amplierebbe fino a 24.758 euro. Non solo: il beneficio negli scaglioni successivi sarebbe tutto sommato limitato. Anche in questo caso, però, con 50mila euro di reddito il risparmio supererebbe i 7mila euro.I calcoli si complicano nelle famiglie con due stipendi. In linea di massima, secondo le stime del Consiglio nazionale dei Commercialisti, la flat tax non sarebbe migliorativa per le coppie con reddito complessivo individuale sotto i 21mila euro e per quelle con due figli a carico e reddito complessivo individuale sotto i 24mila euro. Se, invece, uno o entrambi i coniugi superassero queste soglie, si potrebbero avere dei vantaggi, che sarebbero tanto più maggiori tanto più gli stipendi dei due fossero “polarizzati”: ossia uno molto alto (il più vicino possibile a 50mila euro) e l’altro molto basso (quasi vicino allo zero). La flat tax, infatti, premia i monoreddito che oggi sono, a parità di stipendio, più tassati.

Gli effetti distorsivi della flat tax

I Commercialisti hanno posto l’accento anche sui possibili effetti distorsivi della flat tax. Innanzitutto, quello relativo alla possibile convenienza dei divorzi. Infatti, la separazione di un nucleo bireddito abbondantemente sopra la soglia di 50mila euro in due distinte famiglie monoreddito farebbe risparmiare fino a 14mila euro. In secondo luogo quello dello “scalone fiscale”, che coinvolgerebbe i contribuenti che stanno a cavallo della fatidica soglia dei 50mila euro. Infatti, un dipendente con coniuge e due figli a carico, se guadagnasse 48mila euro lordi con la flat tax avrebbe uno stipendio netto di 41.166 euro. Se, invece, avesse una retribuzione di 52mila euro lordi, con l’Irpef ordinaria scenderebbe a 37.513 euro.

La flat tax non è un obbligo

Ricordiamo che, così come concepita al momento, la flat tax è un’opzione: i contribuenti possono cioè scegliere se aderire al regime ordinario oppure se alla tassa piatta ad aliquota unica. Solo nel primo caso, i cittadini possono dedurre fino a un tot di spese, per esempio le spese mediche e quelle legate ai lavori di ristrutturazione di casa o agli ecobonus. Per quanto riguarda le imposte, chi ha redditi inferiori a 8.174 euro è esentato dal pagamento delle tasse, mentre chi supera questa soglia deve pagare aliquote progressive, che aumentano cioè all’aumentare del reddito: si va dal 23% (fino a 15.000 euro) al 43% (oltre 75.000 euro). Con la flat tax, invece, la possibilità di ricorrere alle detrazioni si annullerebbe. Ecco perché i Commercialisti consigliano ai contribuenti con molte detrazioni di valutare attentamente come procedere nel caso in cui venisse approvata l’aliquota piatta.