Rinnovabili: l’addio al carbone costerà all’Italia 70 miliardi di euro

L’addio al carbone costerà all’Italia all’incirca 70 miliardi di euro, e non 37 miliardi, come inizialmente previsto. A rivelarlo è il rapporto annuale Oir, l’osservatorio sulle energie rinnovabili a cura di Agici-Finanza di impresa. Secondo le stime degli esperti, infatti, per raggiungere l’obiettivo del 55% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030, previsto dalla Sen, la Strategia energetica nazionale approvata dal governo uscente, serviranno notevoli investimenti, soprattutto per la realizzazione di nuovi impianti e la riqualificazione di quelli esistenti (anche per salvaguardare il suolo). Dl resto, per arrivare agli auspicati 5 gigawatt di nuove installazioni all’anno, tra fotovoltaico ed eolico, c’è ancora molta strada da fare: al momento, la quota di energia verde prodotta in Italia è pari a circa 1/6 di quella fissata.

Le rinnovabili hanno bisogno di reti e infrastrutture

Per perseguire gli obiettivi ambientali stabiliti dagli accordi di Parigi (Cop 21), di qui al 2030 l’Italia dovrebbe abbandonare il carbone, diminuire l’apporto delle centrali a gas da 184 a 108 terawattora, triplicare la generazione eolica e raddoppiare quella fotovoltaica. Obiettivi non impossibili, ma sicuramente costosi. Secondo l’Oir, servono una media di 5,3 miliardi all’anno. A questi bisogna poi aggiungere gli investimenti necessari per sviluppare reti e infrastrutture a sostegno delle nuove rinnovabili e quelli per batterie, sistemi di accumulo e manutenzione delle centrali a gas per la tenuta in equilibrio del sistema.

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