I lobbisti escono allo scoperto. Ecco chi sono

È nato il registro dei rappresentanti di aziende e associazioni alla Camera ed è pubblico

Si chiama Registro dei soggetti rappresentanti di interessi, è nato per regolare i rapporti tra lobbisti e deputati e la sua data di nascita è il 10 marzo 2017. Ma è solo da un paio di mesi che Montecitorio lo ha reso consultabile. Timido passo avanti in un Paese come il nostro, dove la materia non è normata, appare comunque solo un primo debole passo verso la trasparenza, visto che la pagina per la consultazione dell’elenco non è di semplicissima lettura e, soprattutto, i campi di risposta per la registrazione sono aperti, rendendo a volte discutibile l’utilità delle risposte. Basti pensare che alla domanda “soggetti che intende contattare” buona parte degli iscritti ha risposto semplicemente “deputati”: piuttosto ovvio visto che si tratta del registro delle lobby alla Camera, no?

In ogni modo, risulta comunque interessante consultare il registro, cui si possono iscrivere persone fisiche o giuridiche per ricevere un badge che consente loro l’accesso al corridoio dei presidenti del piano Aula di Montecitorio e, in futuro, a una sala dedicata. Condizione per divenire un lobbista con tessera è non aver subito condanne definitive, negli ultimi due lustri, per reati contro la pubblica amministrazione e non essere stati, nell’ultimo anno, parlamentari o membri del governo. L’elenco, già attivo ma ancora aperto (ossia chi non si è ancora registrato può sempre farlo), comprende già le controllate dello Stato quotate in Borsa, gruppi di telefonia come Vodafone e Tim, tv quali Rai e Sky, ma anche industrie del tabacco, associazioni di categoria, società di consulenza e persino associazioni umanitarie come Emergency.

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